sabato 27 novembre 2010

Imparare il metodo Buteyko per salvaguardare il sistema cardiovascolare, nervoso e respiratorio (Asma e Iperventilazione)






DOMENICA
23 GENNAIO
e DOMENICA 30 GENNAIO 2011
SEMINARIO sul

METODO BUTEYKO

con l’istruttore Belleri Giuseppe*

l metodo è stato sviluppato dallo scienziato ucraino Buteyko fin dal 1952 ed ha lo scopo di

ripristinare una ottimale respirazione. In poche ore se ne apprendono le basi ed i semplici

e facili esercizi-accorgimenti per riappropriarsi di una migliore e naturale respirazione.

Tutto l’organismo ne beneficerà iniziando dal sistema cardiovascolare, poi da quello
nervoso, respiratorio ecc.

Fin dal primo giorno si possono ottenere cambiamenti sbalorditivi. E’ senza dubbio il

migliore metodo per l’asma ( 2 persone su tre possono guarire).


* Belleri Giuseppe fa’ parte del primo gruppo di istruttori italiani
formati da Rosa Maria Chicco (attuale ambasciatrice italiana in Estonia).



IL SEMINARIO SI TERRA’ PRESSO

AGRITURISMO
CASCINA
VALSORDA

VIA VALSORDA N.74

SAN VIGILIO DI CONCESIO (BS)


Il corso viene svolto in due giornate dalle ore 9.30 alle ore 18.00
( con una pausa di un’ora e mezza per uno spuntino)


Possibilità di pernottamento presso l’Agriturismo

Per informazioni e prenotazioni contattare :

Agr.Cascina Valsorda : tel. 030/2180723 sito web : http://www.cascinavalsorda.com/
Cel.334/8326855 e-mail : info@cascinavalsorda.com

Belleri Giuseppe : Cel.347/0595940 e-mail : piunica@libero.it Associazione “Unica”

Per ulteriori informazioni sul metodo visitate il sito: http://www.buteyko.it/

venerdì 5 novembre 2010

Santa Lucia



Santa Lucia
Si dice che il n° 13 porti male e sicuramente Santa Lucia non ne porta più, di regali, al mio caro amico Angelo che è nato qualche lustro fa proprio in quel giorno. Ma come è sorto il pensiero di scrivere una letterina a quella Santa pregandola di portare i doni desiderati ai bimbi buoni? Lucia venne decapitata a Siracusa il 13 dicembre 304 perché non volle venir meno alla sua fede cristiana(come avvenne anche per i due santi patroni di Brescia Faustino e Giovita); durante la carestia del 1646 fu esposto il suo simulacro nella cattedrale di Siracusa e il 13 maggio appena una colomba si posò sul soglio episcopale apparve nel porto un bastimento carico di cereali. Probabilmente da questo fatto si iniziò a considerarla oltre che apportatrice di luce ( è protettrice degli occhi, patrona di oculisti, elettricisti e scalpellini)anche dispensatrice di doni. Ricorda un po’ la celidonia, un erba dal fiore giallo, utile per la vista. S. Lucia nelle 3 cantiche della Divina Commedia diventa il simbolo della grazia illuminante. Quando Dante è sperduto nella selva oscura dell’Inferno Maria invia la martire che “li occhi lucenti lacrimando volse” verso Beatrice, dicendole: “ché non soccorri quei che t’amò tanto, ch’uscì per te de la volgare schiera?” E’ ancora Lucia che accompagna il poeta alla porta del Purgatorio: “qui ti posò ma pria mi dimostraro li occhi suoi belli quella intrata aperta”. Infine il vate, al termine del viaggio ultraterreno, nel Paradiso, la rivede nel primo cerchio dell’Empireo accanto a S.Anna e a S.Giovanni Battista nel trionfo della Chiesa :”di contr’ a Pietro vedi sedere Anna, tanto contenta di mirar sua figlia che non move occhio per cantare osanna. E contro al maggior padre di famiglia siede Lucia, che mosse la tua donna, quando chinavi ,a ruinar, le ciglia”. Fin dagli anni trenta nelle provincie di Brescia, Bergamo e Verona in particolare –ma anche in altre dell’Italia settentrionale- la notte fra il 12 e il 13 dicembre è la più lunga che ci sia: i bimbi piccoli, appena sentono il campanellino, suonato dai più grandicelli, vanno a letto presto perché la Santa, se li vedesse svegli getterebbe della cenere nei loro occhi. Fuori dalla porta di casa si pone della biada per Lüs, il suo asinello, mentre sul tavolo si mettono aranci, biscotti e pane per Lucia e il suo cocchiere Castaldo. Al mattino i piccoli sono i primi ad alzarsi per vedere quali regali sono stati portati, insieme a caramelle e monete di cioccolato; alcune volte i doni più pesanti vengono lasciati da Santa Lucia, che non è più in forma come un tempo, presso nonni e zii. Mentre la Santa potrà reggere ancora per alcuni decenni la concorrenza dei vari supermercati e degli altri soggetti benefici, il suo cocchiere è già andato in pensione e l’asinello sta cercando gli eredi, a cui lasciare le redini, in quel di Valsorda. Nel frattempo, anche per alleggerire il loro lavoro, è stata avanzata una proposta. Ai fanciulli fino ai 6 anni continuerà a portare i doni Santa Lucia, che è ancora la più economica sul mercato, con sponsor unico il Governo Italiano; la Befana prenderà l’appalto delle case di riposo e sarà sovvenzionata dai Deputati e dai Senatori, che sono più o meno coetanei; Babbo Natale e Gesù Bambino porteranno i regali agli orfani e ai vedovi e saranno sostenuti dal Vaticano; a tutti gli altri Italiani che ne facessero richiesta ci potrebbe pensare San Lotto, che avrebbe l’opportunità di ridistribuire i denari ricevuti anche per perorare la sua causa di beatificazione, e poter finalmente essere menzionato sui calendari. Così la nostra bella Italia sarebbe oltre che un paese di poeti, naviganti –sui mari e su internet- anche di nuovi Santi.
Giuseppe Belleri 31 ottobre 2010

domenica 31 ottobre 2010

Santa Lucia


Santa Lucia
Si dice che il n° 13 porti male e sicuramente Santa Lucia non ne porta più, di regali, al mio caro amico Angelo che è nato qualche lustro fa proprio in quel giorno. Ma come è sorto il pensiero di scrivere una letterina a quella Santa pregandola di portare i doni desiderati ai bimbi buoni? Lucia venne decapitata a Siracusa il 13 dicembre 304 perché non volle venir meno alla sua fede cristiana(come avvenne anche per i due santi patroni di Brescia Faustino e Giovita); durante la carestia del 1646 fu esposto il suo simulacro nella cattedrale di Siracusa e il 13 maggio appena una colomba si posò sul soglio episcopale apparve nel porto un bastimento carico di cereali. Probabilmente da questo fatto si iniziò a considerarla oltre che apportatrice di luce ( è protettrice degli occhi, patrona degli oculisti, degli elettricisti e degli scalpellini)anche dispensatrice di doni. Ricorda un po’ la celidonia, un erba dal fiore giallo utile anche per la vista . Fin dagli anni trenta nelle provincie di Brescia, Bergamo e Verona in particolare –ma anche in altre dell’Italia settentrionale- la notte fra il 12 e il 13 dicembre è la più lunga che ci sia: i bimbi piccoli, appena sentono il campanellino, suonato dai più grandicelli, vanno a letto presto perché la Santa, se li vedesse svegli getterebbe della cenere nei loro occhi. Fuori dalla porta di casa si lascia della biada per Lüs, il suo asinello, mentre sul tavolo aranci, biscotti e pane per Lucia e il suo cocchiere Castaldo. Al mattino i piccoli sono i primi ad alzarsi per vedere quali regali sono stati portati, insieme a caramelle e monete di cioccolato; alcune volte i doni più pesanti vengono lasciati da Santa Lucia, che non è più in forma come un tempo, presso nonni e zii. Mentre la Santa potrà reggere ancora per alcuni decenni la concorrenza dei vari supermercati e degli altri soggetti benefici, il suo cocchiere è già andato in pensione e l’asinello sta cercando gli eredi, a cui lasciare le redini, in quel di Valsorda. Nel frattempo, anche per alleggerire il loro lavoro, è stata avanzata una proposta. Ai fanciulli fino ai 6 anni continuerà a portare i doni Santa Lucia, che è ancora la più economica sul mercato, con sponsor unico il Governo Italiano; la Befana prenderà l’appalto delle case di riposo e sarà sovvenzionata dai Deputati e dai Senatori, che sono più o meno coetanei; Babbo Natale e Gesù Bambino porteranno i regali agli orfani e ai vedovi e saranno sostenuti dal Vaticano; a tutti gli altri Italiani che ne facessero richiesta ci potrebbe pensare San Lotto, che avrebbe l’opportunità di ridistribuire i denari ricevuti anche per perorare la sua causa di beatificazione, e poter finalmente essere menzionato sui calendari. Così la nostra bella Italia sarebbe oltre che un paese di poeti, naviganti –sui mari e su internet- anche di nuovi Santi.
Giuseppe Belleri 31 ottobre 2010

Santa Lucia




Santa Lucia
Si dice che il n° 13 porti male e sicuramente Santa Lucia non ne porta più, di regali, al mio caro amico Angelo che è nato qualche lustro fa proprio in quel giorno. Ma come è sorto il pensiero di scrivere una letterina a quella Santa pregandola di portare i doni desiderati ai bimbi buoni? Lucia venne decapitata a Siracusa il 13 dicembre 304 perché non volle venir meno alla sua fede cristiana(come avvenne anche per i due santi patroni di Brescia Faustino e Giovita); durante la carestia del 1646 fu esposto il suo simulacro nella cattedrale di Siracusa e il 13 maggio appena una colomba si posò sul soglio episcopale apparve nel porto un bastimento carico di cereali. Probabilmente da questo fatto si iniziò a considerarla oltre che apportatrice di luce ( è protettrice degli occhi, patrona degli oculisti, degli elettricisti e degli scalpellini)anche dispensatrice di doni. Ricorda un po’ la celidonia, un erba dal fiore giallo utile anche per la vista . Fin dagli anni trenta nelle provincie di Brescia, Bergamo e Verona in particolare –ma anche in altre dell’Italia settentrionale- la notte fra il 12 e il 13 dicembre è la più lunga che ci sia: i bimbi piccoli, appena sentono il campanellino, suonato dai più grandicelli, vanno a letto presto perché la Santa, se li vedesse svegli getterebbe della cenere nei loro occhi. Fuori dalla porta di casa si lascia della biada per Lüs, il suo asinello, mentre sul tavolo aranci, biscotti e pane per Lucia e il suo cocchiere Castaldo. Al mattino i piccoli sono i primi ad alzarsi per vedere quali regali sono stati portati, insieme a caramelle e monete di cioccolato; alcune volte i doni più pesanti vengono lasciati da Santa Lucia, che non è più in forma come un tempo, presso nonni e zii. Mentre la Santa potrà reggere ancora per alcuni decenni la concorrenza dei vari supermercati e degli altri soggetti benefici, il suo cocchiere è già andato in pensione e l’asinello sta cercando gli eredi, a cui lasciare le redini, in quel di Valsorda. Nel frattempo, anche per alleggerire il loro lavoro, è stata avanzata una proposta. Ai fanciulli fino ai 6 anni continuerà a portare i doni Santa Lucia, che è ancora la più economica sul mercato, con sponsor unico il Governo Italiano; la Befana prenderà l’appalto delle case di riposo e sarà sovvenzionata dai Deputati e dai Senatori, che sono più o meno coetanei; Babbo Natale e Gesù Bambino porteranno i regali agli orfani e ai vedovi e saranno sostenuti dal Vaticano; a tutti gli altri Italiani che ne facessero richiesta ci potrebbe pensare San Lotto, che avrebbe l’opportunità di ridistribuire i denari ricevuti anche per perorare la sua causa di beatificazione, e poter finalmente essere menzionato sui calendari. Così la nostra bella Italia sarebbe oltre che un paese di poeti, naviganti –sui mari e su internet- anche di nuovi Santi.
Giuseppe Belleri 31 ottobre 2010

sabato 30 ottobre 2010

Dove sono i Santi ?


Come riconoscere i Santi
Se riconoscere un Santo, dopo che ha lasciato il corpo e il suolo terreno, è abbastanza facile –basta guardare sul calendario od attendere le grazie ed i miracoli- vederlo quando ci passa vicino è più complicato : si dovrebbe avere la vista spirituale e poterne scorgere l’aureola poiché, come dice un simpatico detto romano, la “coda rivela la volpe”. L’aureola, attributo figurativo usato nell’arte sacra, non solo cristiana, per indicare la santità di un personaggio, consiste in un alone di luce che avvolge il corpo e il nimbo è il cerchio di luce che circonda il capo. E’ solo dal IV secolo che l’aureola viene adottata nell’iconografia cristiana per designare dapprima solo Gesù, gli Angeli e la Madonna e poi anche gli Apostoli e i Santi. Nei primi tempi viene raffigurata come una sottile linea rotonda poi come una nuvola luminosa e successivamente come un disco d’oro. La comune aureola di forma circolare è riservata agli Angeli e ai Santi e se il nimbo è a raggiera allora indica un beato; in quella di Gesù è inscritta una croce, di solito rossa; Dio Padre ne ha una triangolare; l’hanno di forma quadrata coloro che non sono ancora dichiarati santi; quella di colore nero è usata per il Diavolo e per Giuda Iscariota. Mentre gli artisti medioevali l’hanno ben usata nelle loro opere, verso la fine del Quattrocento né Leonardo da Vinci nell’Ultima Cena e neppure Michelangelo negli affreschi della Cappella Sistina la mettono in evidenza: come mai ? Non sarà che l’uomo man mano che acquisisce conoscenze tecnologiche perde invece quelle capacità naturali dategli dal creatore? Un animale naturalmente libero all’occorrenza sa quale cibo od erba prendere sia per nutrirsi che per curarsi; noi umani dobbiamo andare a consultare la nonna, lo specialista, l’enciclopedia o internet. L’aura è, invece, il campo energetico che sta attorno ad ogni essere vivente e che fu fotografata per la prima volta dai coniugi Kirlian nel 1939. Sicuramente i Santi fra di loro si conoscono e si frequentano, come ogni simile frequenta il proprio simile (ne accenna anche Dante nella Divina Commedia) e vedono anche tutte le sfumature di aure fino ad arrivare alle aureole più splendenti (indice di una superlativa vitalità spirituale). E in attesa di aver la vista un po’ più chiara la prossima mattina che mi sentirò un cerchio alla testa potrò pensare, ancor prima di essermi guardato allo specchio, di aver cenato in maniera abbondante.
Giuseppe Belleri 31 ottobre 2010

Kilometrizero


Ora che sta quasi per finire la biada, pardon la benzina –ma è un periodo che mi diletto a rimeggiare sugli asini- e che per salvare il pianeta, ma anche per giungere vivi alla fine del mese, si consiglia da più parti il kilometrizero, ho pensato quali e quanti kilometrizero posso attuare . Il primo può essere acquistare i prodotti dell’orto dal contadino vicino a casa ,ed io,avendo ereditato un orticello che dista 500 metri dal mio condominio ogni giorno ho frutta e verdura a kilometrizero. Sia che ci vada a piedi o in bicicletta –un modello con freni a bacchetta dell’altro millennio- è a kilometrizero. E mi spiego con una premessa filososcientifica, ossia che i principi generali, fatte le debite eccezioni, valgono per tutte le situazioni e non solo per quelle usuali. Se voglio che la mia automobile duri qualche anno in più cercherò di fare ogni giorno qualche chilometro in meno: se ne facessi 100 e calcolando che il motore ne sopporti 200.000 dopo 6 anni dovrò rottamarla. Passiamo al nostro corpo che è per certi versi anche una macchina-pensante: se muovo eccessivamente tutti i vari motori ed ingranaggi non potrò certo pretendere di arrivare ai 120 anni e passa ma mi dovrò accontentare di 50 o 70. Qualcuno mi dirà :”meglio 50 anni da leone che 120 da pecorone”; sta bene ne riparleremo quando mi inviterà a festeggiare il suo ”ultimo” compleanno. Inoltre più mi muovo e più produco anidride carbonica che poi sale nell’atmosfera e che insieme a quella emessa dagli animali allevati, da quella rilasciata nel bruciare i combustibili fossili per uso riscaldamento o per produrre energia dalle industrie e dalle automobili …aumenta l’effetto serra. Mi riservo di spiegare meglio questo concetto in un prossimo scritto. Passo ad altre modalità. Scelgo di lavorare vicino a casa, rinunciando magari a un posto migliore e a uno stipendio più elevato; vado nella palestra comunale che dista 900 metri; il pane lo prendo dal forno a 300 metri-un po’ dispiace non vedere la simpatica fornaia del vicino comune; frequento una signorina che abita quasi a un km e poi, finalmente, mi sposo e vado ad abitare poco distante dai vari suoceri : alla sera esco molto meno e, quando arriveranno gli eredi, i nonni potranno venire liberamente, magari a piedi, a coccolarseli ; anche più avanti quando saranno loro ad aver bisogno di assistenza saremo a due passi. Il mio meccanico è a 900 metri e quando gli porto la macchina che ha più di 14 anni, per il controllo annuale, me ne torno poi a casa con la “bici di cortesia” –è un’ idea che gli ho suggerito. Faccio quasi parte del “club dei pelati”- all’ amico barbiere ho scritto in rime che ho finalmente il cranio riflettente- e ogni tanto passo a trovare l’unica mia sorella maggiore che a kilometrizero e costozero mi da una lavata di capo seguita da una rasata. Stupende le montagne del Trentino, e qualche volta ci torno, ma normalmente faccio tre passi sui monticelli nostrani, magari partendo da casa con gli scarponi. Se ho bisogno del muratore, dell’idraulico o dell’elettricista cerco di sceglierli, valutando certamente anche gli altri elementi, a kilometrizero. Oltre ai respiri anche i pensieri cerco di farli corti poiché se ti soffermi un attimo di più gli crescono le ali e chi li ferma più! Le bugie le immagino ,invece, con le gambe lunghe nel senso che è poi difficile stargli dietro. Se ho del superfluo prima mi guardo vicino, magari alla vedova sotto casa; se mando 100 euro in missione mi pare d’aver fatto una grande opera di bene mentre se li do a un concittadino bastano solo per il telefono. Per le vacanze faccio una grossa eccezione e vado una settimana dagli amici Barbara e Franco, che hanno un agriturismo a Serre di Rapolano, vicino a Siena : mi ospitano a costo zero in cambio di qualche lavoretto, delle rime e un po’ di affetto; faccio felice anche l’amico benzinaio –dista 600 metri- che mi fa il pieno sia all’andata che al ritorno ed anche il meccanico che per alcuni spaghetti e pici al farro mi controlla l’auto prima del viaggio. Per ora può bastare e spero di aver stimolato nella ricerca di altri “chilometrizero”. Ah ! Dimenticavo che mi faccio da solo i fiori di Bach, alcuni proprio nel mio orto, e qualche piccolo mobile in legno ed anche il giardino dove tutti andremo prima o poi a riposare le stanche membra è a 800 metri. Ho coniato in occasione della “corsa degli asini” durante il Palio del mio paese un simpatico proverbio in dialetto bresciano (la poesia completa si può richiederla alla redazione): “àzen e moér i ga mia d’ éser forestér” (traduzione : asino e moglie non devono essere forestieri).
Giuseppe Belleri Concesio 28 settembre 2010

I Giardini di Marzo



I Giardini di Marzo
Nella bella canzone “i giardini di marzo” Lucio Battisti, nato solo qualche anno prima di me, cantava una quarantina d’anni fa che “il carretto passava e … al 21 del mese i nostri soldi erano già finiti”. Mi prendo la licenza poetica di fare un piccolo ritocco al testo dell’insuperabile Mogol : oggi già al 31 dello stesso mese il portafoglio è di nuovo vuoto, per chi prende lo stipendio al 27. E mentre fino a pochi decenni fa il capofamiglia riusciva a mantenere 4 o 5 persone e ne avanzava anche per la dote dei figli ora se si potesse si farebbero lavorare anche i minorenni e i nonni -a trovarlo poi il lavoro! Ma come siamo giunti a questa paradossale situazione che pur lavorando e guadagnando di più la famiglia non giunge alla fine del mese se non prelevando dai risparmi o chiedendo un prestito ? E gli Stati sono i primi a vivere sui debiti -il disavanzo pubblico continua a crescere- solo che a pagare sono i cittadini. Inoltre tutto è aumentato e se un articolo costa meno dura anche meno anni ; sono cresciuti di numero anche i prodotti di largo consumo. Basterebbe mettere a confronto un “sanmartino” mostrato nel film “ l’albero degli zoccoli” di Ermanno Olmi con uno moderno: quante le cose” necessarie” con le quali riempiremmo alcuni autocarri! Per non parlare delle varie scatole con targa -e sono pochi quelli che riescono a fare a meno dell’auto personale- con le quali circoliamo per le strade come tante sardine inscatolate. Anche senza una laurea Bocconiana vediamo che i soldi volano dove ci sono altri soldi : i ricchi aumentano le loro entrate e pure i poveri aumentano, ma di numero. Entrambi sono infelici: il ricco forse un po’ meno, poiché sa per esperienza che il denaro non da la felicità anche se l’aiuta, e ne vuole sempre di più ; il povero, poverino, aspetta di essere felice quando avrà qualche soldo in più e nel frattempo vive grattando e sognando i numeri buoni per il lotto-enalotto ecc; si impoverisce sempre di più arricchendo quelli che gestiscono le varie lotterie e se poi, malauguratamente dovesse vincere , sarebbe costretto , finalmente, ad essere felice nuotando come Paperon de’ Paperoni nei “soldi degli altri”. Si farebbe prima se ognuno si sudasse il denaro necessario , ma ora vediamo –dice infatti il proverbio “soldo risparmiato soldo guadagnato”- come giungerci e bene al termine della nostra lunga e felice vita, secondo gli anni spettanti . Un piccolo accenno sulle misure che potrebbero adottare gli enti pubblici : quante persone, automezzi e risorse sono in esubero nella gestione della “res publica”? Sarebbe preferibile, come consiglia anche San Paolo, non sposarsi, ma almeno accontentarsi di un solo matrimonio sperando che non sia un “malaffare”.
Sul numero di figli massima libertà anche se da nessuna parte si trova scritto quale sarebbe il numero ideale (la Madonna ne ebbe solo uno). La casa sceglierla piccola, semplice e parca nei costi come si usava un tempo e magari con alcune parti in comune, come nei conventi e negli ecovillaggi. L’automobile sobria e versatile da usare fino all’ultimo giro motore come dice la canzone “fin che l’auto va lasciala andare ”e da condividere con altre famiglie. Rimettere in sesto la bici del nonno – quella classica con i freni a bacchetta che non va mai fuori moda- o assemblarne una a scatto fisso ed usarle sempre di più almeno nei brevi percorsi . Non seguire come pecoroni la moda ma, invece, precederla. Mangiare di meno -masticando di più- ed una volta di meno al giorno. Stessa regola per il respiro: respirare di meno sia come frequenza che intensità e farsi ogni tanto delle salutari pause. In doccia chiudere il rubinetto mentre si passa il sapone; far schiacciare il pulsante dello sciacquone all’ultimo utilizzatore, o prima della ritirata. Bandire l’usa e getta -o avvalersene nelle emergenze - ma impiegare piatti , stoviglie, tovaglie ,tovaglioli ecc. vecchi e lustri. Non comprare gli occhiali ma libri, giornali e riviste dai grossi caratteri, specie nei titoli -molti leggono solo quelli! Volendo strafare farseli prestare dalla biblioteca comunale e dagli amici oppure leggere i quotidiani del giorno prima -tanto le notizie rimangono fresche per alcuni giorni e non occorre metterle sotto vuoto. A tutti fa piacere ricevere un bel regalo, meglio se inaspettato, utile ed originale, ma poiché è più bello dare che ricevere basterebbe farsi e fare dei “bei pensieri”, preferibilmente rimati. E per terminare in bellezza vivere con cuore sereno e contento, mangiando una mela al giorno … che toglie il male di torno.
A questo punto ci può stare una poesia di Madre Teresa sulla Vita:
La vita è un’opportunità, coglila
La vita è bellezza, ammirala
La vita è beatitudine, assaporala
La vita è un sogno, fanne una realtà
La vita è una sfida, affrontala
La vita è un dovere, compilo
La vita è un gioco, giocalo
La vita è preziosa, abbine cura
La vita è ricchezza, conservala
La vita è amore, godine
La vita è un mistero, scoprilo
La vita è promessa, adempila
La vita è tristezza, superala
La vita è un inno, cantalo
La vita è una lotta, accettala
La vita è un’ avventura, rischiala
La vita è felicità, meritala
La vita è la vita, difendila
ed aggiungo …
La vita è una realtà, ogni giorno costruiscila
La vita è una poesia, condividila
La vita è troppo vuota ? Riempila !
La vita è troppo piena ? Regalala !
La Vita ti amerà se l’amerai in te !


Giuseppe Belleri 25 ottobre 2010

Sportiamoci



Riprendiamoci lo Sport
Quando ero piccolo ,sono nato poco dopo l’ultimo conflitto mondiale e mi si vede nella foto in basso a sinistra, lo sport si faceva ancora “per sport”. C’era il lavoro normale, nei campi o in fabbrica, ed erano in pochi quelli che si dedicavano ad attività sportive che erano invece praticate da nobili, aristocratici e militari magari per vincere una medaglia alle olimpiadi. Qualche anno fa ho avuto come vicino di ombrellone, su una spiaggia ligure, un generale ormai in pensione che aveva combattuto nella campagna d’Africa. Mi raccontò di aver partecipato alle universiadi in varie specialità poiché al tempo dei suoi studi universitari gli atleti scarseggiavano. Lo sport era praticato da una élite perché era considerato un lusso, una perdita di tempo e dava da vivere solo a pochi. Solo più tardi sia per il pubblico pagante che per gli sponsor lo sportivo vi si è dedicato professionalmente fino a farlo diventare un lavoro, ed attorno sono poi fiorite le varie attività collegate (negozi, giornali, stadi, palestre,allenatori, manifestazioni ecc.). Negli anni ’70, quando frequentavo l’ Isef la tuta e le scarpe da ginnastica erano poco diffuse e per strada le portavamo solo noi insegnanti; ora invece è il contrario, le indossano tutti pensando che basti l’abbigliamento per rimettersi in forma. Mi ricordo che agli inizi degli anni ’80, quando promossi i primi corsi comunali di ginnastica dolce dedicati a mamme e nonne, le allieve venivano in palestra nascondendo nella borsa della spesa l’abbigliamento sportivo; c’era un po’ di pudore ad indossare di giorno e per strada il “pigiama con le scritte” e le “scarpe di gomma” poiché il pensiero corrente era che andare in palestra toglieva tempo al lavoro ed era un’attività da buontempone. Ed oggi , che da più parti ci viene consigliato di muoverci di più e di frequentare una buona palestra, vorrei mettere in guardia dai pericoli dell’attività fisica ,specie dello sport, e mi spiego. Se bastasse muoversi per sentirsi meglio allora più lo si fa e più si dovrebbe essere in forma ; invece lo sportivo, specie quello della domenica, se non sta attento a come respira, all’intensità-ritmo-durata del movimento, rischia in traumi e in salute più della “sedentaria casalinga”, che ferma non sta a dire il vero nell’accudire alle faccende domestiche. E probabilmente l’indice di salute più importante è l’ HRV (Heart Rate Variability ossia la variabilità della frequenza del battito. Sono già parecchi gli atleti che subiscono gravi danni o muoiono dopo una intensità attività sportiva. Pare, a stare almeno alle voci che circolano, che molti assumano delle sostanze per aiutare le prestazioni, perfino per fare bella figura nella partitella con i colleghi di lavoro. E qui noto, tra l’altro, una grossa incongruenza: alla persona normale, all’artista e al politico è concesso “tirarsi su ”con qualche pillola mentre all’atleta è vietato , lo vogliamo “al naturale”; ma l’allenamento a cui si sottopone non è già una forma di sofisticazione? Allora cerchiamo lumi nella storia: nell’antichità non c’era lo sportivo professionista e in caso di gara o disfida venivano chiamati i campioni delle varie città che magari erano in altre faccende affaccendati –vedi Achille interpretato da Brad Pitt nel film Troy. Ora, invece, lo sport è diventato un lavoro e l’atleta ci vive, spesso anche bene, ed ogni giorno si allena per la vittoria ; se, poi, gli si propone qualche aiuto per aumentare le prestazioni ed i guadagni non è raro che accetti. E veniamo alla domanda conclusiva, ossia a chi e a cosa serva lo sport, quello praticato gareggiando con se stessi o con altri, magari con campionati e gare a vari livelli. Per chi lo pratica può essere fonte di notevole stress, specie in chi subisce la sconfitta, e non placa la voglia di primeggiare (poiché alla gara seguente si vuole ancora vincere); in molti sport si è perso per strada il “piacere di mettersi in gioco” e si guarda solo al risultato finale; altre volte lo si fa per la medaglia (si farebbe prima ad andare in un negozio a comprarne qualche dozzina).E chi fa da spettatore? Spesso guarda un evento aspettandosi la vittoria del proprio campione ed immedesimandosi in esso e se il suo idolo esce dalla competizione o subisce la sconfitta decade l’interesse per la manifestazione e torna a casa pure lui “sconfitto”. Si potrebbe imparare dagli scrittori e poeti : all’inizio partecipano a qualche concorso ma, poi, dopo alcune vittorie lasciano spazio ai giovani e loro vanno a sedere al tavolo della giuria; lo sportivo invece vorrebbe vincere sempre e per tutta la vita (tipico l’esempio di Merckx , Schumacher o Valentino Rossi) . E allora quali cose tenere presente se si vuole fare del salutare movimento senza mordersi la coda come fa quel gatto nella canzone di Giorgio Gaber? Se osserviamo i bambini piccoli in ambiente naturale la prima cosa che fanno spontaneamente, quando, dopo aver ben gattonato, riescono a camminare, è di arrampicarsi alla prima pianta che trovano –se non c’è la mamma o la nonna ad impedirglielo; la seconda è di giocare con la palla (non scordiamo che in natura se guardiamo in un microscopio molecolare o in un telescopio vediamo tante sfere che girano e non si vede l’arbitro!); la maggior parte del tempo rimangono fermi, appesi o seduti a giocare-parlare ed ogni tanto si muovono per brevi tratti. Solo più tardi vogliono emulare i giochi dei grandi nei quali vigono delle regole e ci sono dei vincitori. Se lo sport si limitasse al piacere del gioco e pur “contando i punti” si giocasse perché alla fine, dimentichi del risultato, rimanesse solo il piacere di aver contribuito ad un piacevole movimento collettivo, apprezzato anche dal pubblico, avrebbe molti più seguaci. Meglio ancora se si facessero giochi in cui alla fine non c’è un vincitore e se, poi, togliessimo la panchina, perché giocano tutti anche le schiappe, l’allenatore, l’arbitro, lo sponsor, i campionati, le trasferte, l’ingaggio … rimarrebbe lo Sport allo stato puro come quello che si faceva nel cortile di casa: nascondino, libera ferma, biglie, cimberlina, saltamoleta, figurine, guardia e ladri, piàte, tutolo, palla al muro, palla bollata ecc. In quest’ ottica i veri sportivi sono i bambini ma anche i “casalinghi”; sono anche convinto che in una singolar tenzone, magari una gara ciclistica, parecchi casalinghi darebbero alcune ruote di distacco a molti professionisti. “Signor generale da un’occhiata al castello di sabbia mentre vado a fare una nuotata?” chiesi un mattino al mio vicino di ombrellone; al mio ritorno non trovai né il castello, raso al suolo da una banda di vicini-bambini-invidiosi, né il generale, era in ritirata ma per la vergogna: vatti a fidare del “generale sportivo” ! Giuseppe Belleri Concesio 28 ottobre 2010

mercoledì 13 ottobre 2010

Campionesse mondiali di Palladolcevolo


A CONCESIO ci sono le CAMPIONESSE MONDIALI di PALLADOLCEVOLO

Sono certamente in pochi ad essere al corrente che in Val Trompia ci sono le campionesse mondiali di Palladolcevolo. Sono un gruppo di signore ,quasi tutte nonne e in età da pensione, che da parecchi anni si dilettano a Palladolcevolo. Giocano con una palla leggera anche per salvaguardare dita, occhiali e dentiere; la rete è più bassa; se si vuole si può lasciar fare un rimbalzo; l’istruttore gioca e si diverte insieme a loro e da solo rari consigli; non c’è un campionato essendo ,per ora, uniche; non c’è panchina ma tutte giocano , magari facendo i turni; non c’è un arbitro e in casi dubbi si rigioca il punto; sono rarissimi gli infortuni (la perpetua del parroco di un paese vicino frequenta da più di 15 anni senza incidenti, mentre l’anno scorso è ruzzolata in chiesa; da allora porta più sovente le scarpe da ginnastica). Il gioco è così amichevole che al termine non ci si ricorda neppure chi ha vinto- sarà forse per l’età commenterebbe qualche marito. E anche se un po’ stanche, dopo un’ora e mezza di palestra, appena giunte a casa cercano di celare la fugace forma cucinando di buona lena per la famiglia. L’attività oltre che piacevole ritempra anche il corpo e lo spirito: una signora, dopo aver assistito per parecchi giorni la figlia in ospedale, appena giunta a casa si è precipitata in palestra per “ricaricarsi”. In questi anni il livello del loro gioco è così cresciuto che le campionesse olimpiche della NICO (nazionale italiana calciatori olimpici) hanno espresso il desiderio di incontrarle in singolar tenzone . Per ora, vista anche la crisi economica, la cosa non si è ancora concretizzata. E per dimostrare, specie agli irriverenti famigliari delle signore, che alfine il loro è uno “Sport con tutti i crismi” l’istruttore ha organizzato, il 4 giugno 2010 un incontro con gli alunni della scuola media comunale. Le “nonne” avevano preparato delle torte, essendo ottime cuoche, da offrire poi ai ragazzi per addolcire la loro -dei ragazzi- probabile sconfitta. L’entrata in campo è stata memorabile : gli alunni, maschi e femmine, schierati in fila per stringere le mani delle campionesse seguite dal loro istruttore che, commosso al par di Mourinho, le accompagnava sulle note de “il gladiatore”. Per la cronaca le signore hanno vinto sei partite su sette. La settimana dopo al Pala 53 di Concesio ,presenti più di 300 ragazzi delle scuole medie, li convenuti per festeggiare l’ultimo giorno di scuola con una grande pallavolata, le campionesse hanno avuto l’onore di giocare la prima partita , vincendola alla grande ; è stato emozionante vederle stringere le mani, anche qualche bacio ed abbraccio sono scappati, alle ragazze dell’età dei loro figli e nipoti. E per dimostrare che chiunque e ad ogni età può giocare a questa pallavolo addolcita (già dopo 2 o 3 volte si è in grado di giocare come gli altri) si è lanciata la sfida sia alla giunta comunale di Concesio che di Villa Carcina (poiché molte signore abitano in quel comune); dai palazzi, per ora, nessuna risposta affermativa ,ma c’è chi ha visto un sindaco e alcuni consiglieri giocare a “beach volley” a Rimini : probabilmente si stanno già celatamente preparando alla disfida con le campionesse mondiali di Palladolcevolo.
Concesio agosto 2010 Giuseppe Belleri

A Concesio ci sono anche i Campioni Mondiali di Palladolcevolo



Mentre le campionesse sono ormai conosciute non solo in Valtrompia ma si parla di loro per tutto lo stivale, dei campioni mondiali di Palladolcevolo si sa ancora poco. Giocano con una palla leggera –così si hanno meno traumi a dita, nasi, occhiali e protesi varie- la rete è più bassa, così anche i “piccoli” riescono a schiacciare e a fare il muro; ogni partita dura fino ai 15 punti , così se ne fanno di più; non si fa né il riscaldamento (anzi si spegne perfino quello della palestra, che è un po’ rumoroso)né addestramento ma si inizia subito a giocare e dopo le due ore di gioco si sente il sonno ma non la stanchezza. L’istruttore che gioca tranquillamente con loro applica un sistema originale di insegnamento: i nuovi se li tiene vicino e da loro pochi e pacati consigli sicché dopo due o tre lezioni giungono alla pari con gli altri (anche se non hanno mai giocato in precedenza). E’ sicuramente un bell’esempio di “Sport puro”: non c’è panchina ma tutti giocano, non serve lo sponsor poiché non si fanno né campionati né trasferte, l’arbitro c’è ma gioca pure lui e nei casi dubbi si rigioca il punto, ognuno usa la maglietta preferita e si fanno frequenti cambi di formazione per creare più armonia e limitare l’agonismo che c’è ma è più forte il piacere di giungere soddisfatti alla fine dicendoci :”è stata una bella e piacevole serata”. Il gioco è così amichevole che spesso non si ricordano neppure chi ha vinto. Vi sono ancora alcuni posti disponibili sia per maschi che femmine dai 15 anni in su e si gioca il mercoledì e venerdi dalle 21 alle 23 presso la palestra delle scuole elementari di Cadebosio in via Carrobbio(di fronte alla pizzeria Grillo).Per ora sono gli imbattuti campioni del mondo in questa simpatica “Palladolcevolo”,che si può giocare anche oltre i novant’anni; se qualche squadra volesse sfidarli, per poi fregiarsi del loro ambito titolo, si faccia avanti; si potrebbe chiedere all’amico Andrea Lucchetta di fare l’arbitro di questa dolce disfida.

Giuseppe Belleri Concesio 1 ottobre 2010

mercoledì 8 settembre 2010

Omaggio a Giuni Russo con una poesia in acrostico nel sesto anniversario della sua partenza

G I U N I R U S S O


 


 


 

Giumenta indomita dal piede peninsulare

Involavi audace e libera per le ottave ,

Ugola raffinata fra le più rare ,

Note eccelse tu ci hai regalate .

Immagino te , bimba, cullata dalla "Mamma" che

Racconti la "Vita terrena" fra le sue ancelle e

Unita a Cherubini , Troni e Serafini

Scrivi accordi celestiali , e la tua voce

Si effonde soave fino al settimo cielo

Onde , poi , ritorna ad allietare l'universo intero .


 


 

Giuseppe Belleri 9 - 2010

giovedì 26 agosto 2010

Potenziali

F I O R I di B A C H

Potenziali


 

AGRIMONY - Confronto

ASPEN - Coraggio

BEECH - Tolleranza e Comprensione

CENTAURY - Indipendenza

CERATO - Certezza

CHERRY PLUM - Padronanza di se

CHESTNUT BUD - Apprendimento

CHICORY - Amore materno

CLEMATIS - Felicità

CRAB APPLE - Purezza

ELM - Perseveranza

GENTIAN - Fede

GORSE - Speranza

HEATHER - Maturità

HOLLY - Amore universale

HONEYSUCKLE - Presenziarsi

HORNBEAM - Freschezza

IMPATIENS - Pazienza

LARCH - Capacità


 


 


 


 


 


 


 

MIMULUS - Conoscenza

MUSTARD - Serenità

OAK - Forza interiore

OLIVE - Pace

PINE - Perdonarsi

RED CHESTNUT - Distacco

ROCK ROSE - Eroismo

ROCK WATER - Flessibilità

SCLERANTHUS - Chiarezza

STAR OF BETHLEHEM - Risveglio

SWEET CHESTNUT - Liberazione

VERVAIN - Entusiasmo

VINE - Autorità

WALNUT - Costanza e Protezione

WATER VIOLET - Saggezza

WHITE CHESTNUT - Spensieratezza

WILD OAT - Vocazione

WILD ROSE - Dedizione

WILLOW - Ottimismo


 


 


 

Giuseppe Belleri marzo 2010

Parole chiave

i FIORI di BACH

Giuseppe Belleri - Concesio – Marzo 2010

AGRIMONY per le persone gioviali e gaie, amanti della pace e restie ai litigi che nascondono il loro tormento morale o fisico dietro il buon umore e le celie ASPEN
per le
paure vaghe sconosciute ed inspiegabili che possono ossessionare di notte e di giorno BEECH per coloro che vorrebbero vedere più bontà e bellezza in tutto ciò che li circonda; per essere più tolleranti ed indulgenti nel valutare le differenti valenze di ognuno e ogni cosa CENTAURY per le persone buone, tranquille, gentili e ansiose di servire gli altri; abusano delle loro forze e trascurano il proprio compito CERATO per quelli che non hanno sufficiente fiducia in se stessi per fare quello che hanno deciso, chiedono costantemente consiglio agli altri e ne sono spesso fuorviati CHERRY PLUM paura di avere la mente sovraffaticata, di perdere il controllo ,di fare cose terribili che vengono alla mente e che si ha l'impulso a fare pur sapendo che sono sbagliate CHESTNUT BUD per coloro che impiegano più tempo per apprendere le lezioni della vita e rifanno lo stesso errore CHICORY per coloro che desiderano avere vicino quelli che essi amano e del loro benessere sono eccessivamente preoccupati;trovano sempre qualcosa di sbagliato da rimettere a posto o rettificare CLEMATIS per i sognatori,i tranquilli,non veramente felici e poco interessati alla vita; vivono più nel futuro che nel presente e sperano in un tempo più felice quando i loro ideali potranno realizzarsi CRAB APPLE risana da quello che si ha l'impressione di avere di poco pulito, sia dentro che fuori ELM sensazione transitoria che il compito assunto sia troppo difficile GENTIAN facilità a scoraggiarsi, depressione per causa conosciuta GORSE per i casi di grande disperazione HEATHER infelici se soli , han bisogno di compagnia per parlare o pettegolare; l'attaccabottoni HOLLY gelosia, invidia, vendetta, sospetto; è il fiore dell'Amore HONEYSUCKLE per coloro che vivono nel passato che forse fu felice HORNBEAM sensazione di non essere abbastanza forti mentalmente e fisicamente IMPATIENS per coloro che sono veloci nel pensiero e nell'azione ma poco pazienti LARCH sfiducia nelle proprie possibilità di riuscita MIMULUS paura delle cose della vita quotidiana MUSTARD malinconia, disperazione e infelicità inspiegabili OAK per quelli che lottano e combattono una dura battaglia per guarire o per i loro affari quotidiani OLIVE per coloro che dopo aver molto sofferto fisicamente o moralmente sono così stanchi che considerano la vita un peso privo di piacere PINE autocritica e sensi di colpa; pensano che potevano fare di meglio e si attribuiscono anche gli errori commessi da altri RED CHESTNUT ansie, preoccupazioni e paure eccessive per gli altri ROCK ROSE terrore e panico, rimedio d'emergenza in caso di traumi, incidenti e malattie improvvise ROCK WATER concezioni salutistiche rigide e severe SCLERANTHUS per chi soffre di non sapersi decidere fra due cose e non ne parla ad altri; tranquillità, indecisione ed incertezza STAR OF BETHLEHEM per traumi fisici, mentali, emotivi e spirituali anche vecchi che rendono molto infelici e si rifiuta di essere consolati SWEET CHESTNUT angoscia estrema con mente e corpo giunti al limite estremo della sopportazione VERVAIN per chi ha principi ed idee preconcette, desiderio di convertire gli altri, eccessivo entusiasmo e coraggio; non vengono fermati da ostacoli e malattie VINE per le persone molto capaci, sicure di sé,certe di riuscire; vorrebbero che anche gli altri facessero al loro modo WALNUT per avere protezione dalle influenze esterne e dalle opinioni degli altri WATER VIOLET per le persone tranquille,parche e gentili nel parlare, molto indipendenti, capaci e fiduciose di sé che preferiscono vivere in disparte WHITE CHESTNUT quando l'interesse per il presente è scarso e si è torturati da pensieri, idee e ragionamenti che non si desiderano WILD OAT per chi ha forti ambizioni ,desiderio di compiere qualcosa di importante nella vita e di fare molte esperienze, ma non avendo una particolare vocazione non colgono la via da seguire pur tentandone tante WIL ROSE scivolano nella vita rassegnati ed apatici e non mettono nessuno sforzo per migliorare le cose e trovare qualche gioia WILLOW sono meno attivi e gioiosi nella vita avendo sofferto avversità e sfortuna per le quali non possono rassegnarsi senza alcun lamento né risentimento.

Uso della Ruota

La Ruota dei FIORI di BACH
marchio depositato


 

L'idea di una ruota che aiutasse in modo semplice , veloce ed autonomo nella scelta di un fiore risale al maggio 2008. Ma già a metà degli anni 90 (la mia prima preparazione di un fiore di Bach assieme a Margaretha Mijnlieff , una delle pioniere della floriterapia in Italia, è del '93) mi chiedevo, in un articolo che scrissi per la FAI- Associazione Italiana di Floriterapia- se non ci fossero altre modalità per scegliere un fiore oltre all'intuizione (di cui Edward Bach inventore della Floriterapia era ben dotato), al colloquio con uno specialista, alla lettura di un libro, al questionario, al test Kinesiologico, al pendolino e alla scelta a caso. Dopo la prima ruota realizzata nel giugno 2008, usata anche in alcune fiere naturali ( Sana- Benè- Expoforli ecc.) visto il buon funzionamento, l'utilità , la semplicità d'uso e soprattutto la libertà di scegliersi i propri fiori al riparo delle interferenze energetiche sempre possibili negli altri metodi, è iniziata la produzione e distribuzione. Man mano si è migliorato l'aspetto costruttivo: vi è una piccola ruota con un "becco indicatore" sopra una più grande dove sono scritti nei petali colorati secondo le gradazioni dell'arcobaleno i nomi inglesi dei 38 fiori di Bach; fra le due ruote c'è un dischetto di rame per la pulizia energetica. La ruota si può disporre orizzontalmente, su un ripiano o appendere come un quadro. Si sono provate più linee di gessetti (ce n'è anche una con colori più tenui ma naturali di una nota ditta Italiana di bioedilizia) e varie maniere di stenderli ed accostarli. Attualmente vi sono due misure, una grande e una più piccola "da viaggio"e si può scegliere fra i vari modelli disponibili e differenti fra loro , poiché ogni ruota ha la sua unicità e personalità. Si può anche richiedere una ruota "in bianco" con o senza petali se si volesse colorarla da soli o farne un Mandala. Può anche essere un'idea regalo per una ricorrenza, un compleanno , un neonato, una scuola materna ecc . Ecco alcuni consigli ed osservazioni sul suo utilizzo. La ruota piccola si può girare in entrambi i sensi –toccando il becco o il fiore centrale- anche più volte e la freccia indicherà i fiori più utili dal superficiale ai più profondi (a meno che non si metta un'indicazione diversa). Se chi gira la ruota lo fa con debole o cattiva intenzione, solo per curiosità o se vi è una persona vicina con un bisogno più urgente, o se in quel luogo ha soggiornato a lungo qualcun altro può uscire un altro fiore. Ad ogni giro uscirà un fiore diverso ma se fosse lo stesso fiore sarebbe un modo di sottolinearne la necessità. La ruota sarà sicuramente utile al negozio ( farmacia- erboristeria- centro di benessere-negozio di prodotti naturali ecc.) sia come attrazione per la zona Fiori di Bach sia per consentire al cliente di scegliere liberamente in modo semplice e veloce i propri fiori. Il floriterapeuta potrà usarla prima o dopo il colloquio o con i pazienti per i quali lo stesso sia problematico. La persona che ha ed usa i fiori la troverà utile sia per sceglierli che per verificare le proprie intuizioni. Si può girare preferibilmente per sé stessi ma anche per altri (in questo caso è importante una chiara ed onesta intenzione). La ruota funziona anche da se stessa come riequilibratore ambientale sia per i colori che per i fiori descritti anche senza "prendere le gocce"; in alcuni casi è sufficiente metterla nella stanza, in altri girare la ruota e prendere coscienza dell'opportunità, in altri lavorare col pensiero per alcuni minuti sull'aspetto evidenziato(si può mettere sul deskop del pc o sul display del cellulare).Sono ormai molte le ruote presenti nei centri, studi, negozi ma soprattutto nelle case di coloro che "amano i fiori" e per la legge che il simile cura il simile solo coloro che in semplicità si accosteranno ai semplici fiori potranno giovarne appieno. A chi avesse il ragionevole dubbio che un semplice pezzo di legno possa indicare l'emozione che poi il fiore aiuta a riequilibrare (Edward Bach scrisse che il fiore non fa altro che risvegliare la Divinità che è in noi) faccia le sue esperienze; da parte mia posso dire che molto spesso la ruota insegna anche a me o mi consiglia dei fiori a cui non avrei pensato ed essendo certo della sua utilità sarà anche mio compito produrla sempre al meglio e promuoverla con entusiasmo. Per la pulizia e manutenzione applicare le stesse modalità usate per pitture e quadri.


Giuseppe Belleri - Concesio (BS) agosto 2010 - 347.0595940 - piunica@libero.it

sabato 5 giugno 2010

Ghè pio bale dei balù


Lettera per Mario Balotelli


 

Caro Mario, ti so mio concittadino da alcuni anni e ho pensato di scriverti questa lettera. Anch'io come tanti bambini amavo da piccolo giocare a calcio e ricordo quando, avrò avuto 6 o 7 anni, venni chiamato a giocare in una partita all'oratorio per sostituire un ragazzo infortunato e dell'emozione provata segnando il mio primo goal con un lungo tiro dalla mia linea difensiva. Ce ne furono poi tanti altri, come quei sette segnati ,e giocavo da libero, in una partita fra celibi ed ammogliati durante una festività dedicata a San Luigi. Quando mi sposai organizzavo ogni tanto per gli amici degli incontri settimanali con altre squadre amatoriali –ero già insegnante di educazione fisica-fino a quando ,visto il modo troppo aggressivo di "dare calci" da parte di alcuni giocatori appesi la palla al chiodo dando un calcio al calcio e mi sono accorto che c'era anche il Magnesio, il Potassio, lo Zinco , il Sodio ecc. Complimenti per lo scudetto vinto con la tua squadra e peccato per l'esclusione dalla rosa dei convocati ai prossimi mondiali. Avrai tempo di riposarti dalle fatiche scorse e pure dalle tensioni avute con quel simpatico Francesco col quale hai avuto ultimamente delle frequentazioni a"tutto campo". Vorrei regalare a quel Marcantonio ( la mia famiglia proviene da un lontano ramo romano, probabilmente dai Belli) alcuni dei fiori di Concesio (io da alcuni anni raccolgo fiori secondo il metodo di Edward Bach): uno per essere più sereno,uno per perdonare,uno per accettare il tempo che passa ed infine uno per capire che la vita è una cosa seria da non prendere a calci. A te, invece, potrei offrirne uno per riuscire a centrare sempre gli obbiettivi importanti e magari un altro per stare sempre con i piedi per terra eccetto quando vuoi segnare in acrobazia; non guasterebbe un fiore che porti anche in campo una ventata di fresca armonia concesiana come quella che sprizzano le sportivissime "campionesse mondiali di Palladolcevolo" (vedi il notiziario del Comune di Concesio n°1-2009 a pag.24). Tornando a Totti vorrei farti notare che ai romani piacciono le rime poetiche specie quelle baciate; probabilmente non ha gradito le tue "frasi volgari"- e poi non sono certo che conosca bene tutte le lingue così come appare quando fa la pubblicità-; avresti dovuto dirgli il tuo pensiero in rime, meglio se cantate. Se poi le declamassi nel dialetto bresciano, magari accompagnate da un bel sorriso, così come soleva poetare il nostro Angelo Canossi, a fine partita i tuoi avversari farebbero a gara per ringraziarti –ora ti abbracciano spesso ma credo per altri scopi-. Proprio l'altro giorno ho composto il mio primo endecasillabo nel nostro dialetto e lo dedico a te e alla cittadinanza intera.


 

Consés

A Consés se lio sö pròpe töc a le sés

coi paréc strèc e i visí sa ülém bé fés

le quater frasiu le fa fèsta ogni més

töc 'nsema cantóm : "O me bèla Consés ".

Giuseppe Belleri 17 maggio 2010

Dulcis in fundo

L 'Assaggio finale del Movimento Dolce


 


 

I corsi comunali di Ginnastica Dolce organizzati dalla Concesio Servizi stanno ormai giungendo alla pausa estiva. Generalmente si fa un saggio finale sia per salutarsi che per mostrare ad autorità, amici, parenti e simpatizzanti qualcosa del lavoro svolto durante l'anno. Si è pensato invece del solito saggio di fare "un assaggio finale". Venerdi 4 giugno verso le ore 15 le campionesse mondiali di palladolcevolo si incontreranno in una più che amichevole partita con i ragazzi della scuola media di S.Vigilio V.T. , al termine della quale, anche per addolcire la probabile sconfitta – quella dei ragazzi-, offriranno torte a tutti i convenuti (si consiglia di prenotare poiché data l'eccezionalità dell'evento si attendono tifosi e curiosi anche da fuori provincia). A parte gli scherzi già alcuni mesi fa le campionesse olimpiche della NICO (nazionale italiana Calcio Olimpionici), di cui è presidente Vincenzo Maenza, durante una cena manifestavano il desiderio di incontrare in singolar tenzone le nostre atlete. Se qualcuno volesse sponsorizzare l'evento è bene accetto. Se l'assaggio finale riuscirà bene potremmo esportarlo anche al Pala 53 magari facendo incontrare in una partita di Pallavolo le nostre nonnine (la maggioranza delle atlete è dotata di nipotini) con gli amministratori comunali di Concesio e di Villa Carcina, essendo alcune di loro proprio di quest'ultimo comune.


 


 

Concesio 18 maggio 2010 L'istruttore Giuseppe Belleri

Giochi di una volta e Pizza in Comune

UNICA (unione nazionale italiana casalinghi) da poco sorta a Concesio, col patrocinio dell' amministrazione comunale di Concesio (ass… ) al prof Siro Bregoli ecc… invita tutta la cittadinanza Sabato 19 giugno presso la scuola media di S.Vigilio di Concesio in via Mazzini 55 nel primo pomeriggio.
Il prof. Siro Bregoli accenderà il forno a legna e chi vuole può iniziare ad impastare la propria pizza
(sarà invitato anche il campione mondiale di pizza biologica,speriamo che possa presenziare e che non tema il confronto con i casalinghi);

Nel frattempo si potrà giocare insieme a Volano, nascondino, caccia al tesoro, palo della cuccagna, Palladolcevolo, biglie,realizzazione e lanci di aerei di carta ed aquiloni, fazzoletto, bandierina
(il ciancol no chè costò un occhio della testa al nostro don Lucio),scalpo ecc. Insomma soprattutto i giochi di una volta fatti con la testa e il fisico di oggi.
Li possiamo organizzare insieme come si faceva una volta nel cortile di casa :se arrivava un nuovo amico chiedeva di poter entrare nel gioco e tutti lo accoglievano volentieri
Si accettano proposte e collaborazioni .
Degli amici vorrebbero fondare anche da noi la banca del tempo, se ne può parlare . Facciamo degli esempi: Siro ha bisogno di 10 braccia per portare in baita la legna tagliata e poi lui
restituirà il tempo accompagnando gentili signorine sui sentieri dei minatori ;
Cecilia con le amiche pulisce a fondo il rustico del Paitoni e lui gli prepara
l'orto per l'inverno; Alcune bimbe leggono un buon libro alla nonnina che è rimasta sola e che ci vede poco e lei ricambia con un biscotto ed un sorriso.

Data l'originalità dell'evento si attendono numerosissime adesioni ,perciò si consiglia di
preannunciare la propria certa partecipazione per email ( piunica@libero.it ) o al cell di Giuseppe Belleri presidente di UNICA

Programma di massima :

14.30 apertura dell'incontro

Inizio giochi

Preparazione pizze ecc.

19.00 Pizza in condivisione

A seguire giochi canti e balli

Ognuno porti quanto gli necessita o anche un pochino di più per condividere con gli altri


 

sabato 3 aprile 2010

Buona Pasquetta

Pasquetta


 

Pasquetta sia un giorno svagato ma bello

Se tira vento non scordare il mantello

Se invece piove apri pure l'ombrello

Coi tempi che corron trovi vuoto il borsello

E devi quindi rinunciare all'agnello ?

Apparecchia pure con uova capolini e cicorie

Raccolti al mattin nel tuo orticello.


 


 

UOVO PASQUALE poesia acrostico augurale


 

Acquistate o fatevi prestare per l'occasione

Una gallinella ruspante bianca nera o marrone

Giornalmente accarezzatela e nutritela amorevolmente

Una passeggiata ogni tanto sulle rive del torrente

Rimanete con lei il Venerdì Santo a digiuno

Il Sabato datele cacao sopraffino dell'Ecuador

Per avere a Pasqua un ovetto nero divino color avor.


 


 

Giuseppe Belleri Pasqua 2010

Buona Pasqua 2010 a tutti

RICETTA PASQUALE poesia acrostico augurale


 

Aprite il vostro cuore e versate dolcemente

Un ettolitro di felicità e tanta tanta

Gioia e se la vostra non è bastante chiedetene

Un po' agli amici e conoscenti.

Rimescolate con amor per scioglier ogni rancor

Immaginatevi coi nemici felici e contenti.

Disponete con cura il cuor in una teglia

Imburrata a dovere con raro ed ottimo

Burro di montagna che ad odorarlo è un piacere.

Unite le mani ringraziando Iddio per

Ogni dono ricevuto, ma quanto oblio!

Non scordate di metterci buoni propositi

Amaretti noci castagne e mele a pezzi

Perdonando a tutti ma dapprima a voi stessi.

Aggiustate ma solo a fine cottura di

Sale cristallino quello d'altura.

Questa è la ricetta semplice e preziosa di

Una lunga vita felice ,serena e piena d'

Amore per ognun e sopra ogni cosa.

Giuseppe Belleri –Concesio- Pasqua 2010

lunedì 4 gennaio 2010

Caro Luky

Concesio 7-2-2009

Sono già 30 che insegno ginnastica (quando frequentavo il 1° anno dell’Isef qui a Brescia ho iniziato con i cerebrolesi del centro don Calabria),passando dai corsi per le elementari a quelli per adulti ho fatto esperienza con persone di tutte le età e condizioni fisiche diverse.
Ora mi dedico soprattutto alla ginnastica dolce ,nei corsi promossi dal Comune di Concesio,che ,credo,abbia una più che notevole varietà di proposte fisico-sportive differenziate sia per età che per caratteristiche ludico-sportive ,ed anche molti locali sia piccoli che medi adibiti alle varie attività. Ora si inaugura anche Il Palazzetto dello Sport che ci mancava.
Nei vari corsi che ho insegnato in questi anni ho visto crescere sempre di più la voglia di Pallavolo anche nelle persone ,specie donne, della terza età.
E in alcuni corsi le mie signore ,con età dai 45 ai 75 anni, giocano anche più di un’ora a una Pallavolo dolce e piacevole; usiamo una palla leggera (così le dentiere stanno tranquille) la rete più bassa (in un corso uso una striscia di tela) ed è permesso un rimbalzo in terra alla palla proveniente dal campo opposto.
Qualche anno si giocava solo 10-15 minuti ma dopo la ginnastica ,ma pian piano le cose si sono invertite : si inizia subito a giocare in modo amichevole e poi dopo un 40 minuti se ne fanno 20 di ginnastica rilassante,mobilizzante ecc. e quindi si riprende a giocare ancora per mezz’ora.
Mi pareva poco professionale farle solo giocare ma mi sono accorto(ed anche le signore l’hanno colto) che attraverso un movimento ludico il loro corpo,ma anche e soprattutto la mente “costretta a concentrarsi su una palla gialla”, riacquistavano una piacevole forma psico-fisica.
Anche negli altri due gruppi di Pallavolo serale per giovani-adulti noto che giocare in questo modo è più piacevole e coinvolgente ; viene il padre ingegnere ad accompagnare il figlio diciottenne,si ferma a fare due tiri e poi si iscrive anche lui al corso,poi ne parla agli amici al cognato ecc.
Si entra in palestra e si inizia subito a giocare con la palla leggera e la rete più bassa ,le squadre non sono mai le stesse e anche durante la partita ogni tanto mischio le carte per creare armonia ; Tutti vengono sempre più volentieri ,raramente capitano traumi,si esulta pacatamente ai bei gesti sportivi anche degli amici al di là della rete, ogni partita dura fino al 15° punto e la bella finale ai 25 ( spesso non mi ricordo neppure chi ha vinto l’ultima ,e questo perché si è creato un giusto agonismo finalizzato a un salutare e divertente movimento ,come se si stesse giocando con gli amici della contrada con età dai 12 fino ai 65 anni. Con queste modalità potremmo continuare tranquillamente,salute permettendo,fino almeno ai 90 anni.
Col gruppo Palladolcevolo under 50 (vedi foto) vorrei lanciare una sfida con la giunta comunale (allargata anche a quella di Villa Carcina ,poiché molte del gruppo sono di Villa ,compresa la mamma del Sindaco) :non sarebbe simpatico se ad arbitrare fosse magari il simpatico campione di pallavolo Lucchetta ?
Oggi lo Sport sta attraversando un periodo di pulizia e potrebbe trarre molto giovamento da alcune metodiche naturali che io da anni coltivo e che pratico ed insegno a livello nazionale, ma come contattare ad es. Patrizia Pellegrini ed insegnarli in poche ore a gestire la sua asma senza farmaci(sono tra l’altro l’unico istruttore lombardo qualificato sul metodo Buteyko –siamo solo in 10 in Italia che specie nei paesi dell’Est molti olimpionici conoscono e che consente loro di avere prestazioni superiori anche di chi prende sostanze vietate) oppure permettere allo sciatore Rocca -ma anche alle nostre Fanchini -di sciare in modo fluido senza l’ansia o la paura di sbagliare?
Concludendo ritengo che respirando meglio e gestendo con parsimonia ed intelligenza le proprie energie psico-emotive-psichiche (quello che un campione fa già naturalmente) anche un atleta di modeste qualità può fare la sua bella figura, e questo lo noto sia in me sia nei miei allievi della ginnastica dolce e Palladolcevolo .
Giuseppe Belleri

caro Gianni

Ciao Gianni,
mi chiamo Giuseppe e vorrei comunicarti un’idea che potrebbe essere utile a molti.
Sono un insegnante di ginnastica ed insegno nei corsi di ginnastica dolce e palladolcevolo del comune di Concesio (paese natale di Papa Paolo VI).Dopo la maturità classica ottenuta nel seminario diocesano (tra l’altro ricordo una tua partecipazione a una delle nostre feste negli anni 64-66)ho frequentato per ben 6 anni la facoltà di medicina e chirurgia ma con solo pochi esami per poi passare all’Isef .Dall’89 ho iniziato a frequentare corsi e gruppi di metodiche cosiddette alternative alcune delle quali pratico ed insegno; sono anche floraio/erboraio (nel senso che raccolgo erbe e fiori particolarmente secondo il metodo di Edward Bach) ed uno dei soli dieci istruttori italiani del metodo Buteyko.
Oggi che assistiamo alla disfatta dello sport su tutti i fronti (doping-ingaggi-sponsor-ultras ecc)avrei un messaggio importante da lanciare; ho già cercato di sussurrarlo ad alcuni sportivi ma pochi hanno capito (vedi parte della mia lettera data a mano ad Andrea Lucchetta alla quale egli risponde sul numero di Aprile ’09 della rivista “Pallavolo-Supervolley”) la semplicità/importanza delle mie considerazioni (non c’è nulla di nuovo sotto il sole ma è come lo sport è stato “prima”)ed ho pensato che invece chi è dapprima artista e poi anche amante del vero sport avrebbe compreso. Tra l’altro anch’io ho coltivato un po’ tutte le arti ( pittura, fotografia,un pochino cantautore ecc.)e so che se fai le cose con passione ed arte il risultato è nettamente superiore.
Il mio pensiero sullo sport è il seguente :lo sport può far male sia a chi lo pratica che al tifoso ,difatti il primo maratoneta appena giunto da maratona a portare la notizia della sconfitta morì mentre credo che il messaggero che portò la notizia ai vincitori ebbe una lunga vita (io che preparo i fiori italiani fatti col sistema di Bach so bene l’importanza delle emozioni anche sulla salute e potrò anche spiegarti di persona come comportarsi per non avere un infarto dopo uno sforzo,e visto che sarai curioso di conoscere le basi scientifiche di ciò ti rimando alle pagine 193-221 del libro
“ Attacco all’asma…e non solo” ediz BIS-gruppo Macro della dott. Fiamma Ferraro che è la coordinatrice degli istruttori Buteyko –vedi sito http://www.buteyko.it/).
Nella lettera allegata che ho scritto per il notiziario comunale spiego meglio il mio pensiero sullo sport che credo sia condiviso anche da voi cantanti quando scendete in campo a giocare.
Il pericolo per la salute sta nei giorni precedenti quando ci si allena per “essere in forma. Nessuno mette in dubbio l’importanza del muoversi ma secondo me il movimento sano è quello fatto quotidianamente in modo piacevole,sereno,senza lottare né contro gli altri né con contro se stessi facendo le cose quotidiane (i mestieri,l’orto,la passeggiata a trovare la zia, la biciclettata dal giornalaio o dal fornaio).Sono importanti la motivazione,il ritmo,la variazione di ritmo,le pause ma soprattutto il respiro e credo che molti si accorcino la vita facendo sforzatamente del movimento pensando che faccia bene e rischiano ad es. l’infarto più di una casalinga.
Basta vedere molti sportivi per rendersene conto: spesso sono più vecchi ed acciaccati dei loro coetanei non atleti.
Queste cose le insegno anche durante il corso introduttivo al metodo Buteyko (se tu fossi interessato e curioso puoi invitarmi a tenere un corso a te e a qualche altro amico-anche fino a 10 o 15 persone - e sarei ben felice di farlo e sarebbe sufficiente anche una sola giornata).
Tornando allo sport sono convinto che una persona che gestisca bene le sue energie con buoni pensieri e sentimenti, sana alimentazione, poca preparazione atletica ,buon respiro …può competere anche ad alti livelli. E sono pronto a mettermi in gioco per divulgare questa mia convinzione. Sono almeno 15 anni che non gioco una normale partita di calcio (dopo l’ultima fatta fra amici in cui stava prevalendo l’agonismo e il gioco duro li ho salutati cordialmente ed ho appeso la palla da calcio al chiodo)ma sarei pronto a entrare in campo magari con voi cantanti (da giovane ho fatto anche il cantautore e mi sono esibito alcune volte alle tv locali)-il mio ruolo era come quello di Maldini,terzino o libero con netta propensione al goal.
E ho già un’altra idea nel cassetto,dopo la lettera per te ne ho scritta un’altra alla Gazzetta dello Sport nella quale sfido dei ciclisti professionisti della mia età (sono nato il 7 dicembre 1953) –ma anche più giovani e ci potrebbe stare anche Bettini -a partire da Concesio (abito a 200 metri dal negozio di biciclette gestito da Fausto Bertoglio, vincitore del giro ciclistico d’Italia del 1975, che secondo me era un campione perché aveva scoperto da solo un modo di respirare originale e vinceva non perché era più forte o si allenava di più ma perché respirava in modo diverso-e me lo ha confermato personalmente ) e volare fino ai 1800-2000 metri del monte Maniva in Valtrompia; spero di dimostrare che basta fare un paio di chilometri al giorno con la bici a bacchetta del nonno per essere pronti ad un’eventuale gara sportiva . Mi farei prestare una bici adeguata e magari al termine della prova-non si parla naturalmente di vincere ma di essere almeno all’altezza- sarebbe gradito come regalo una bici sportiva (è sempre stata nei miei sogni).
Terminando questa lettera mi auguro di aver stimolato la tua curiosità ,ti ringrazio anche solo di aver letto queste mie note,cantate dal cuore,e spero che almeno alcune idee si concretizzino e ne possano beneficiare in tanti (all’estero il metodo Buteyko è di valido aiuto per gli sportivi ma soprattutto per mantenersi in buona salute ).
Sono convinto che un’atleta “acqua e sapone” abbia prestazioni superiori anche rispetto a chi usi i doping più sofisticati.
Non poteva mancare un ringraziamento per le emozioni che da sempre mi hanno dato le tue canzoni; ho ancora nitido il ricordo di me bambino che nella cucina dei nonni canticchiavo : la “fisarmonica” e “ uno non tradirla mai…”.
Se poi ,stanchi del solito calcio,voleste cimentarvi tu e gli amici della N.I.C.,magari anche con gli amici della N.I.C.O., in una partita di Palladolcevolo –vedi l articolo che ho scritto per il notiziario del comune di Concesio- noi siamo pronti.

Un caro saluto da Giuseppe Belleri

Edward Bach - Fiori di bach

Caro don Antonio... - Soluzioni dolci

Caro don Antonio,
l’ultimo fine settimana di ottobre ho passato due giorni all’abbazia di Maguzzano a Lonato ,che fa parte del suo ordine,per il convegno “Famiglia oggi radici e ali” organizzato dall’Associazione il Melangolo di Salò ; ho avuto per tutto il tempo sotto gli occhi un grande quadro raffigurante San Calabria con alcuni fanciulli attorno fra cui spiccava anche il suo volto,don Antonio, da giovincello. Lei non si ricorderà di me ma nel 1979 quando frequentavo il 1° Isef alla Cattolica di Brescia ho insegnato per un anno ginnastica presso la “ casetta” e qualche volta ci siamo incrociati durante le sue visite bresciane. A questo punto lei si chiederà : “cosa vuole questo signore di 56 anni”(tra l’altro li compio proprio oggi). Durante il convegno mi veniva da pensare che anch’io ero un po’ come don Mazzi. Da piccolo ero un discolaccio amante del pericolo (una volta rimasi appeso con la corda al collo simulando un’impiccagione ed il mio angioletto mi sostenne un piede, un’altra sparai al mio cuginetto e il fucile fece miracolosamente cilecca)poi frequentai fino alla maturità classica il seminario vescovile di Brescia . Mi iscrissi a Medicina scaldando le sedie per 6 anni,facendo qualche esame, e a 24 anni feci il concorso per essere ammesso all’Isef. Attualmente dopo 30 anni di insegnamenti vari mi dedico al movimento dolce e alle medicine “dolci” (particolarmente i Fiori di Bach ,di cui sono anche produttore,e il metodo Buteyko). Queste due metodiche sarebbero di estremo aiuto anche nei casi di recupero e non costerebbero quasi niente (anni fa avevo proposto i miei fiori ad una comunità ma mi era stato risposto che “avevano i loro protocolli”). Un tempo lontano i monaci e le suore erano pionieri in queste cure naturali mentre ora tutto questo viene lasciato fare alla cosiddetta “new age”. Mentre i fiori sono molto conosciuti il metodo Buteyko invece,usato in Russia fin dal 1952, lo è pochissimo. Lei don Antonio è in prima linea per salvare dalla droga ma sono moltissimi di più quelli che muoiono a causa dei danni provocati dall’iperventilazione. Spesso ripeto che siamo tutti dei suicidi poiché moriamo prima del tempo che ci è stato concesso su questa terra . Cosa risponderemo a San Pietro quando dirà nel vederci : “ ma cosa ci fai qua ? Ti aspettavo fra 7 anni! E’ dal 2001 che insegno in Italia e all’estero questo metodo (si impara in 10-20 ore in corsi di 15 persone al massimo) e se volesse invitarmi in uno dei suoi centri a tenere una conferenza gratuita rimarrebbe stupefatto nell’apprendere quanto poco sappiamo della cosa che facciamo più spesso,respirare. Ho appena letto l’intervista che lei ha rilasciato a Famiglia Cristiana in cui afferma di aver sempre avuta la giusta cura del suo corpo. E lo si vede! E credo che pure lei alla domanda che fu rivolta anche a Churchill “qual è il segreto della sua longevità”risponderebbe :”mai fatto sport!”Questa è un’altra delle cose che intendo promuovere con la mia associazione “Unica” ossia “fare sport per sport”; mettendo in guardia oltre che dai pericoli derivanti dall’agonismo,sponsorizzazione,doping anche da quelli,gravissimi e sottostimati, dell’iperventilazione.
Cordiali saluti da Giuseppe Belleri

Il dolce respiro - Buteyko

Acquisti consapevoli

Metodo Buteyko

Il metodo è stato sviluppato dallo scienziato ucraino Buteyko fin dal 1952, si sta diffondendo velocemente anche in Inghilterra, Stati Uniti , Australia e Italia. Ha lo scopo di ripristinare una ottimale respirazione.
In poche ore se ne apprendono le basi ed i semplici e facili esercizi-accorgimenti per riappropriarsi di una migliore e naturale respirazione.Si apprenderà come rilassare tutti i muscoli particolarmente quelli respiratori e quindi tutto l’organismo ne trarrà giovamento iniziando dal sistema cardiovascolare, poi da quello nervoso, digestivo e respiratorio.
Si rimarrà sorpresi nel constatare quanto poco sapevamo dell’attività che facciamo più spesso, ossia “respirare”.

* Belleri Giuseppe fa’ parte del primo gruppo di istruttori italiani formati da Rosa Maria Chicco (attuale ambasciatrice italiana in Estonia).

Curriculum
Giuseppe Belleri: Dopo numerosi studi, nel 1989 comincia ad approfondire la medicina complementare: Zilgrei, Riflessologia e altro, Ortobionomia (col maestro Arthur Lincoln Pauls,  il fondatore), Naturopatia (alla Luina di Rudy Lanza), Kinesiologia, Floriterapia (nel '93 inizia anche la pratica di Floraio ossia raccoglitore dei fiori di Bach, e nel 2009 realizza la ruota dei fiori di Bach (marchio registrato). Presidente dell'Associazione "Unica" . Ha conseguito il titolo di istruttore Buteyko nel primo corso istituito da Rosa Maria Chicco nel 2002. Per contattarlo: Via IV Novembre,14 -25062- Concesio (BS) cell. 347 059 5940 email: piunica@libero.it

Fiori di Bach bresciani