sabato 30 ottobre 2010

Kilometrizero


Ora che sta quasi per finire la biada, pardon la benzina –ma è un periodo che mi diletto a rimeggiare sugli asini- e che per salvare il pianeta, ma anche per giungere vivi alla fine del mese, si consiglia da più parti il kilometrizero, ho pensato quali e quanti kilometrizero posso attuare . Il primo può essere acquistare i prodotti dell’orto dal contadino vicino a casa ,ed io,avendo ereditato un orticello che dista 500 metri dal mio condominio ogni giorno ho frutta e verdura a kilometrizero. Sia che ci vada a piedi o in bicicletta –un modello con freni a bacchetta dell’altro millennio- è a kilometrizero. E mi spiego con una premessa filososcientifica, ossia che i principi generali, fatte le debite eccezioni, valgono per tutte le situazioni e non solo per quelle usuali. Se voglio che la mia automobile duri qualche anno in più cercherò di fare ogni giorno qualche chilometro in meno: se ne facessi 100 e calcolando che il motore ne sopporti 200.000 dopo 6 anni dovrò rottamarla. Passiamo al nostro corpo che è per certi versi anche una macchina-pensante: se muovo eccessivamente tutti i vari motori ed ingranaggi non potrò certo pretendere di arrivare ai 120 anni e passa ma mi dovrò accontentare di 50 o 70. Qualcuno mi dirà :”meglio 50 anni da leone che 120 da pecorone”; sta bene ne riparleremo quando mi inviterà a festeggiare il suo ”ultimo” compleanno. Inoltre più mi muovo e più produco anidride carbonica che poi sale nell’atmosfera e che insieme a quella emessa dagli animali allevati, da quella rilasciata nel bruciare i combustibili fossili per uso riscaldamento o per produrre energia dalle industrie e dalle automobili …aumenta l’effetto serra. Mi riservo di spiegare meglio questo concetto in un prossimo scritto. Passo ad altre modalità. Scelgo di lavorare vicino a casa, rinunciando magari a un posto migliore e a uno stipendio più elevato; vado nella palestra comunale che dista 900 metri; il pane lo prendo dal forno a 300 metri-un po’ dispiace non vedere la simpatica fornaia del vicino comune; frequento una signorina che abita quasi a un km e poi, finalmente, mi sposo e vado ad abitare poco distante dai vari suoceri : alla sera esco molto meno e, quando arriveranno gli eredi, i nonni potranno venire liberamente, magari a piedi, a coccolarseli ; anche più avanti quando saranno loro ad aver bisogno di assistenza saremo a due passi. Il mio meccanico è a 900 metri e quando gli porto la macchina che ha più di 14 anni, per il controllo annuale, me ne torno poi a casa con la “bici di cortesia” –è un’ idea che gli ho suggerito. Faccio quasi parte del “club dei pelati”- all’ amico barbiere ho scritto in rime che ho finalmente il cranio riflettente- e ogni tanto passo a trovare l’unica mia sorella maggiore che a kilometrizero e costozero mi da una lavata di capo seguita da una rasata. Stupende le montagne del Trentino, e qualche volta ci torno, ma normalmente faccio tre passi sui monticelli nostrani, magari partendo da casa con gli scarponi. Se ho bisogno del muratore, dell’idraulico o dell’elettricista cerco di sceglierli, valutando certamente anche gli altri elementi, a kilometrizero. Oltre ai respiri anche i pensieri cerco di farli corti poiché se ti soffermi un attimo di più gli crescono le ali e chi li ferma più! Le bugie le immagino ,invece, con le gambe lunghe nel senso che è poi difficile stargli dietro. Se ho del superfluo prima mi guardo vicino, magari alla vedova sotto casa; se mando 100 euro in missione mi pare d’aver fatto una grande opera di bene mentre se li do a un concittadino bastano solo per il telefono. Per le vacanze faccio una grossa eccezione e vado una settimana dagli amici Barbara e Franco, che hanno un agriturismo a Serre di Rapolano, vicino a Siena : mi ospitano a costo zero in cambio di qualche lavoretto, delle rime e un po’ di affetto; faccio felice anche l’amico benzinaio –dista 600 metri- che mi fa il pieno sia all’andata che al ritorno ed anche il meccanico che per alcuni spaghetti e pici al farro mi controlla l’auto prima del viaggio. Per ora può bastare e spero di aver stimolato nella ricerca di altri “chilometrizero”. Ah ! Dimenticavo che mi faccio da solo i fiori di Bach, alcuni proprio nel mio orto, e qualche piccolo mobile in legno ed anche il giardino dove tutti andremo prima o poi a riposare le stanche membra è a 800 metri. Ho coniato in occasione della “corsa degli asini” durante il Palio del mio paese un simpatico proverbio in dialetto bresciano (la poesia completa si può richiederla alla redazione): “àzen e moér i ga mia d’ éser forestér” (traduzione : asino e moglie non devono essere forestieri).
Giuseppe Belleri Concesio 28 settembre 2010

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