venerdì 5 novembre 2010

Santa Lucia



Santa Lucia
Si dice che il n° 13 porti male e sicuramente Santa Lucia non ne porta più, di regali, al mio caro amico Angelo che è nato qualche lustro fa proprio in quel giorno. Ma come è sorto il pensiero di scrivere una letterina a quella Santa pregandola di portare i doni desiderati ai bimbi buoni? Lucia venne decapitata a Siracusa il 13 dicembre 304 perché non volle venir meno alla sua fede cristiana(come avvenne anche per i due santi patroni di Brescia Faustino e Giovita); durante la carestia del 1646 fu esposto il suo simulacro nella cattedrale di Siracusa e il 13 maggio appena una colomba si posò sul soglio episcopale apparve nel porto un bastimento carico di cereali. Probabilmente da questo fatto si iniziò a considerarla oltre che apportatrice di luce ( è protettrice degli occhi, patrona di oculisti, elettricisti e scalpellini)anche dispensatrice di doni. Ricorda un po’ la celidonia, un erba dal fiore giallo, utile per la vista. S. Lucia nelle 3 cantiche della Divina Commedia diventa il simbolo della grazia illuminante. Quando Dante è sperduto nella selva oscura dell’Inferno Maria invia la martire che “li occhi lucenti lacrimando volse” verso Beatrice, dicendole: “ché non soccorri quei che t’amò tanto, ch’uscì per te de la volgare schiera?” E’ ancora Lucia che accompagna il poeta alla porta del Purgatorio: “qui ti posò ma pria mi dimostraro li occhi suoi belli quella intrata aperta”. Infine il vate, al termine del viaggio ultraterreno, nel Paradiso, la rivede nel primo cerchio dell’Empireo accanto a S.Anna e a S.Giovanni Battista nel trionfo della Chiesa :”di contr’ a Pietro vedi sedere Anna, tanto contenta di mirar sua figlia che non move occhio per cantare osanna. E contro al maggior padre di famiglia siede Lucia, che mosse la tua donna, quando chinavi ,a ruinar, le ciglia”. Fin dagli anni trenta nelle provincie di Brescia, Bergamo e Verona in particolare –ma anche in altre dell’Italia settentrionale- la notte fra il 12 e il 13 dicembre è la più lunga che ci sia: i bimbi piccoli, appena sentono il campanellino, suonato dai più grandicelli, vanno a letto presto perché la Santa, se li vedesse svegli getterebbe della cenere nei loro occhi. Fuori dalla porta di casa si pone della biada per Lüs, il suo asinello, mentre sul tavolo si mettono aranci, biscotti e pane per Lucia e il suo cocchiere Castaldo. Al mattino i piccoli sono i primi ad alzarsi per vedere quali regali sono stati portati, insieme a caramelle e monete di cioccolato; alcune volte i doni più pesanti vengono lasciati da Santa Lucia, che non è più in forma come un tempo, presso nonni e zii. Mentre la Santa potrà reggere ancora per alcuni decenni la concorrenza dei vari supermercati e degli altri soggetti benefici, il suo cocchiere è già andato in pensione e l’asinello sta cercando gli eredi, a cui lasciare le redini, in quel di Valsorda. Nel frattempo, anche per alleggerire il loro lavoro, è stata avanzata una proposta. Ai fanciulli fino ai 6 anni continuerà a portare i doni Santa Lucia, che è ancora la più economica sul mercato, con sponsor unico il Governo Italiano; la Befana prenderà l’appalto delle case di riposo e sarà sovvenzionata dai Deputati e dai Senatori, che sono più o meno coetanei; Babbo Natale e Gesù Bambino porteranno i regali agli orfani e ai vedovi e saranno sostenuti dal Vaticano; a tutti gli altri Italiani che ne facessero richiesta ci potrebbe pensare San Lotto, che avrebbe l’opportunità di ridistribuire i denari ricevuti anche per perorare la sua causa di beatificazione, e poter finalmente essere menzionato sui calendari. Così la nostra bella Italia sarebbe oltre che un paese di poeti, naviganti –sui mari e su internet- anche di nuovi Santi.
Giuseppe Belleri 31 ottobre 2010

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