sabato 5 giugno 2010

Ghè pio bale dei balù


Lettera per Mario Balotelli


 

Caro Mario, ti so mio concittadino da alcuni anni e ho pensato di scriverti questa lettera. Anch'io come tanti bambini amavo da piccolo giocare a calcio e ricordo quando, avrò avuto 6 o 7 anni, venni chiamato a giocare in una partita all'oratorio per sostituire un ragazzo infortunato e dell'emozione provata segnando il mio primo goal con un lungo tiro dalla mia linea difensiva. Ce ne furono poi tanti altri, come quei sette segnati ,e giocavo da libero, in una partita fra celibi ed ammogliati durante una festività dedicata a San Luigi. Quando mi sposai organizzavo ogni tanto per gli amici degli incontri settimanali con altre squadre amatoriali –ero già insegnante di educazione fisica-fino a quando ,visto il modo troppo aggressivo di "dare calci" da parte di alcuni giocatori appesi la palla al chiodo dando un calcio al calcio e mi sono accorto che c'era anche il Magnesio, il Potassio, lo Zinco , il Sodio ecc. Complimenti per lo scudetto vinto con la tua squadra e peccato per l'esclusione dalla rosa dei convocati ai prossimi mondiali. Avrai tempo di riposarti dalle fatiche scorse e pure dalle tensioni avute con quel simpatico Francesco col quale hai avuto ultimamente delle frequentazioni a"tutto campo". Vorrei regalare a quel Marcantonio ( la mia famiglia proviene da un lontano ramo romano, probabilmente dai Belli) alcuni dei fiori di Concesio (io da alcuni anni raccolgo fiori secondo il metodo di Edward Bach): uno per essere più sereno,uno per perdonare,uno per accettare il tempo che passa ed infine uno per capire che la vita è una cosa seria da non prendere a calci. A te, invece, potrei offrirne uno per riuscire a centrare sempre gli obbiettivi importanti e magari un altro per stare sempre con i piedi per terra eccetto quando vuoi segnare in acrobazia; non guasterebbe un fiore che porti anche in campo una ventata di fresca armonia concesiana come quella che sprizzano le sportivissime "campionesse mondiali di Palladolcevolo" (vedi il notiziario del Comune di Concesio n°1-2009 a pag.24). Tornando a Totti vorrei farti notare che ai romani piacciono le rime poetiche specie quelle baciate; probabilmente non ha gradito le tue "frasi volgari"- e poi non sono certo che conosca bene tutte le lingue così come appare quando fa la pubblicità-; avresti dovuto dirgli il tuo pensiero in rime, meglio se cantate. Se poi le declamassi nel dialetto bresciano, magari accompagnate da un bel sorriso, così come soleva poetare il nostro Angelo Canossi, a fine partita i tuoi avversari farebbero a gara per ringraziarti –ora ti abbracciano spesso ma credo per altri scopi-. Proprio l'altro giorno ho composto il mio primo endecasillabo nel nostro dialetto e lo dedico a te e alla cittadinanza intera.


 

Consés

A Consés se lio sö pròpe töc a le sés

coi paréc strèc e i visí sa ülém bé fés

le quater frasiu le fa fèsta ogni més

töc 'nsema cantóm : "O me bèla Consés ".

Giuseppe Belleri 17 maggio 2010

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