sabato 30 ottobre 2010

I Giardini di Marzo



I Giardini di Marzo
Nella bella canzone “i giardini di marzo” Lucio Battisti, nato solo qualche anno prima di me, cantava una quarantina d’anni fa che “il carretto passava e … al 21 del mese i nostri soldi erano già finiti”. Mi prendo la licenza poetica di fare un piccolo ritocco al testo dell’insuperabile Mogol : oggi già al 31 dello stesso mese il portafoglio è di nuovo vuoto, per chi prende lo stipendio al 27. E mentre fino a pochi decenni fa il capofamiglia riusciva a mantenere 4 o 5 persone e ne avanzava anche per la dote dei figli ora se si potesse si farebbero lavorare anche i minorenni e i nonni -a trovarlo poi il lavoro! Ma come siamo giunti a questa paradossale situazione che pur lavorando e guadagnando di più la famiglia non giunge alla fine del mese se non prelevando dai risparmi o chiedendo un prestito ? E gli Stati sono i primi a vivere sui debiti -il disavanzo pubblico continua a crescere- solo che a pagare sono i cittadini. Inoltre tutto è aumentato e se un articolo costa meno dura anche meno anni ; sono cresciuti di numero anche i prodotti di largo consumo. Basterebbe mettere a confronto un “sanmartino” mostrato nel film “ l’albero degli zoccoli” di Ermanno Olmi con uno moderno: quante le cose” necessarie” con le quali riempiremmo alcuni autocarri! Per non parlare delle varie scatole con targa -e sono pochi quelli che riescono a fare a meno dell’auto personale- con le quali circoliamo per le strade come tante sardine inscatolate. Anche senza una laurea Bocconiana vediamo che i soldi volano dove ci sono altri soldi : i ricchi aumentano le loro entrate e pure i poveri aumentano, ma di numero. Entrambi sono infelici: il ricco forse un po’ meno, poiché sa per esperienza che il denaro non da la felicità anche se l’aiuta, e ne vuole sempre di più ; il povero, poverino, aspetta di essere felice quando avrà qualche soldo in più e nel frattempo vive grattando e sognando i numeri buoni per il lotto-enalotto ecc; si impoverisce sempre di più arricchendo quelli che gestiscono le varie lotterie e se poi, malauguratamente dovesse vincere , sarebbe costretto , finalmente, ad essere felice nuotando come Paperon de’ Paperoni nei “soldi degli altri”. Si farebbe prima se ognuno si sudasse il denaro necessario , ma ora vediamo –dice infatti il proverbio “soldo risparmiato soldo guadagnato”- come giungerci e bene al termine della nostra lunga e felice vita, secondo gli anni spettanti . Un piccolo accenno sulle misure che potrebbero adottare gli enti pubblici : quante persone, automezzi e risorse sono in esubero nella gestione della “res publica”? Sarebbe preferibile, come consiglia anche San Paolo, non sposarsi, ma almeno accontentarsi di un solo matrimonio sperando che non sia un “malaffare”.
Sul numero di figli massima libertà anche se da nessuna parte si trova scritto quale sarebbe il numero ideale (la Madonna ne ebbe solo uno). La casa sceglierla piccola, semplice e parca nei costi come si usava un tempo e magari con alcune parti in comune, come nei conventi e negli ecovillaggi. L’automobile sobria e versatile da usare fino all’ultimo giro motore come dice la canzone “fin che l’auto va lasciala andare ”e da condividere con altre famiglie. Rimettere in sesto la bici del nonno – quella classica con i freni a bacchetta che non va mai fuori moda- o assemblarne una a scatto fisso ed usarle sempre di più almeno nei brevi percorsi . Non seguire come pecoroni la moda ma, invece, precederla. Mangiare di meno -masticando di più- ed una volta di meno al giorno. Stessa regola per il respiro: respirare di meno sia come frequenza che intensità e farsi ogni tanto delle salutari pause. In doccia chiudere il rubinetto mentre si passa il sapone; far schiacciare il pulsante dello sciacquone all’ultimo utilizzatore, o prima della ritirata. Bandire l’usa e getta -o avvalersene nelle emergenze - ma impiegare piatti , stoviglie, tovaglie ,tovaglioli ecc. vecchi e lustri. Non comprare gli occhiali ma libri, giornali e riviste dai grossi caratteri, specie nei titoli -molti leggono solo quelli! Volendo strafare farseli prestare dalla biblioteca comunale e dagli amici oppure leggere i quotidiani del giorno prima -tanto le notizie rimangono fresche per alcuni giorni e non occorre metterle sotto vuoto. A tutti fa piacere ricevere un bel regalo, meglio se inaspettato, utile ed originale, ma poiché è più bello dare che ricevere basterebbe farsi e fare dei “bei pensieri”, preferibilmente rimati. E per terminare in bellezza vivere con cuore sereno e contento, mangiando una mela al giorno … che toglie il male di torno.
A questo punto ci può stare una poesia di Madre Teresa sulla Vita:
La vita è un’opportunità, coglila
La vita è bellezza, ammirala
La vita è beatitudine, assaporala
La vita è un sogno, fanne una realtà
La vita è una sfida, affrontala
La vita è un dovere, compilo
La vita è un gioco, giocalo
La vita è preziosa, abbine cura
La vita è ricchezza, conservala
La vita è amore, godine
La vita è un mistero, scoprilo
La vita è promessa, adempila
La vita è tristezza, superala
La vita è un inno, cantalo
La vita è una lotta, accettala
La vita è un’ avventura, rischiala
La vita è felicità, meritala
La vita è la vita, difendila
ed aggiungo …
La vita è una realtà, ogni giorno costruiscila
La vita è una poesia, condividila
La vita è troppo vuota ? Riempila !
La vita è troppo piena ? Regalala !
La Vita ti amerà se l’amerai in te !


Giuseppe Belleri 25 ottobre 2010

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