sabato 30 ottobre 2010

Dove sono i Santi ?


Come riconoscere i Santi
Se riconoscere un Santo, dopo che ha lasciato il corpo e il suolo terreno, è abbastanza facile –basta guardare sul calendario od attendere le grazie ed i miracoli- vederlo quando ci passa vicino è più complicato : si dovrebbe avere la vista spirituale e poterne scorgere l’aureola poiché, come dice un simpatico detto romano, la “coda rivela la volpe”. L’aureola, attributo figurativo usato nell’arte sacra, non solo cristiana, per indicare la santità di un personaggio, consiste in un alone di luce che avvolge il corpo e il nimbo è il cerchio di luce che circonda il capo. E’ solo dal IV secolo che l’aureola viene adottata nell’iconografia cristiana per designare dapprima solo Gesù, gli Angeli e la Madonna e poi anche gli Apostoli e i Santi. Nei primi tempi viene raffigurata come una sottile linea rotonda poi come una nuvola luminosa e successivamente come un disco d’oro. La comune aureola di forma circolare è riservata agli Angeli e ai Santi e se il nimbo è a raggiera allora indica un beato; in quella di Gesù è inscritta una croce, di solito rossa; Dio Padre ne ha una triangolare; l’hanno di forma quadrata coloro che non sono ancora dichiarati santi; quella di colore nero è usata per il Diavolo e per Giuda Iscariota. Mentre gli artisti medioevali l’hanno ben usata nelle loro opere, verso la fine del Quattrocento né Leonardo da Vinci nell’Ultima Cena e neppure Michelangelo negli affreschi della Cappella Sistina la mettono in evidenza: come mai ? Non sarà che l’uomo man mano che acquisisce conoscenze tecnologiche perde invece quelle capacità naturali dategli dal creatore? Un animale naturalmente libero all’occorrenza sa quale cibo od erba prendere sia per nutrirsi che per curarsi; noi umani dobbiamo andare a consultare la nonna, lo specialista, l’enciclopedia o internet. L’aura è, invece, il campo energetico che sta attorno ad ogni essere vivente e che fu fotografata per la prima volta dai coniugi Kirlian nel 1939. Sicuramente i Santi fra di loro si conoscono e si frequentano, come ogni simile frequenta il proprio simile (ne accenna anche Dante nella Divina Commedia) e vedono anche tutte le sfumature di aure fino ad arrivare alle aureole più splendenti (indice di una superlativa vitalità spirituale). E in attesa di aver la vista un po’ più chiara la prossima mattina che mi sentirò un cerchio alla testa potrò pensare, ancor prima di essermi guardato allo specchio, di aver cenato in maniera abbondante.
Giuseppe Belleri 31 ottobre 2010

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