sabato 11 giugno 2011

Mostra al Museo Musicale del maestro Virginio Cattaneo: 150° Celebrando dalle X Giornate di Brescia all'Unità d'Italia ed oltre


Nel pomeriggio inoltrato
a Brescia mi sono recato :
un saluto a Pietro, della Fenice,
che vende libri, si dice,
e, poi, dopo un gelato
preso in Tebaldo Brusato,
giungo dal Cattaneo Virginio,
professore e maestro esimio.
Sono leggermente in anticipo
nella sede del museo civico
al n° trentaquattro di via Trieste,
per ora solo facce meste,
ma presto arriverà gente
per l’inaugurazione della presente
mostra dal titolo 150° celebrando
allestita dal Virginio prendendo
un po’ di qui e un po’ di là
documenti, oggetti e trallallà,
che testimoniano come Brèsa
pur con l’unità l’ è sèmper la stèsa:
bèla, bràa e schiada
nel stiàl spaiàt encastràda.
Alle diciottoequindici quasi in punto
il Cattaneo senza disappunto
taglia tosto il nastro tricolore
della mostra generata dal cuore.
E presenta i suoi gioielli :
inni, canti e libelli
passaporti, quaderni e figurine
documenti, ventagli e bandierine.
Alessandro da una strombazzata
con una tromba originale,
che non ce n’è una uguale,
dal comitato bresciano regalata;
s’è involato l’attore Isonni
forse reduce da notti insonni
che ci ha negato le declamazioni
di odi, endecasillabi e sermoni.








La bella Simona Bordonali,
Presidente dei Consigli Comunali,
ci mostra i suoi bei denti
che son sempre sorridenti;
tesse lodi al Cattaneo :
non gli trova nessun neo
oltre al fatto d’esser nato
nel bel millennio passato.
Tocca, poi, all’ Arturo Bettoni
vicepresidente delle circoscrizioni,
mente pensante del museo musicale,
che fa una presentazione originale.
Ci racconta di tamburini,
tubercolotici e garibaldini,
di moti, brecce e X Giornate,
di Messe prima delle barricate:
“Viva Pio IX e viva l’ Italia,
orsù andiamo a fargli la balia !”.
Ci legge come di Anita, gli ombrelli,
uno nero e l’altro avorio –due gioielli-
alle porte di Brescia siano arrivati,
come regalo di nozze, donati.
Virginio ci rivela quando a Sorrento,,
da Roma per riposare un momento,
il bresciano Zanardelli arrivò
ma già dopo due giorni s’annoiò :
allora l’albergatore preoccupato
ne parlò ai De Curtis che d’un fiato
e prima che il sole fosse sortito …
“Torna a Surriento” era finito,
dedicata si alla terra, amata,
nel 1902 un po’ disastrata,
ma per invogliare il politico
a regalare un postale ufficio.
Tagliato il nastro, chiusi i sermoni
-mancò solo quello del Fappani-
ci si aspettava il giusto rinfresco,
visto il torrido caldo incombente








che faceva ansimare tutta la gente:
stretti i cordoni di S.Francesco.
Alle autorità un saluto
poi alle diciannove in punto
verso casa mi porto,
stasera pizza d’asporto.
E’ stata una serata speciale
una mostra un po’ originale
per l’Italia dalla Brescianità
i contributi all’ Unità .

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