sabato 29 dicembre 2012
Il Presepe sul Rastrello
domenica 1 luglio 2012
La Ruota dei Fiori di Bach ora è un marchio registrato
Inaugurazione a Bovegno del 1° Balcone didattico cosmognomico di erbe spontanee
sabato 23 giugno 2012
Le erbe spontanee e il loro uso in cucina
lunedì 18 giugno 2012
Passeggiate per erbe
giovedì 20 ottobre 2011
El Bés Galilì
“E se non fosse solo leggenda ?”.
Concesio 16-10-2011 Giuseppe Belleri
sabato 11 giugno 2011
Conferenza al Museo Musicale per la mostra 150° ... "Pittori, Scrittori e Santi
La serata è fresca
con falcata lesta
mi avvicino al centro
della città ed entro
nel museo musicale
per la conversazione speciale
sui Santi , Scrittori e Pittori
che a Brescia –tanto di onori-
hanno contribuito
all’unità d’ Italia
in qualsiasi partito
facendogli un po’ da balia.
Alle seieunquarto spaccate
puntuale come le sole restate:
la Messa, il Calcio e il Museo
-ed io della Morte aggiungo il neo-
il Cattaneo Virginio introduce
i vari oratori ed educe
il raro documento
a Montevideo redatto
in cui Garibaldi ed Anita
in matrimonio uniti
per tutta la vita
e fino alla fine amanti.
Sergio Isonni, l’attore,
ci declama del Re la lettera
a Pio IX indirizzata
prima di Porta Pia, l’entrata;
gli risponde secco il Papa :
“Che Dio abbia misericordia!”.
S’alza Ivo Panteghini, monsignore,
a lanciar dardi verso Cesare .
“Brescia fu più irredentista
che per l’Italia nazionalista !”.
Parla di liutai, marmisti, argentieri
di Pavoni, Boifava e Tito Speri.
Dopo la solita strombazzata,
con la tromba del 1918 datata
- del Gnutti Alessandro-
ci viene letta, piano,
una poesia del Canossi, in Italiano.
Tocca, poi, ad Ennio Ferraglio
descriverci, senza alcun sbadiglio,
come i bresciani scrittori
abbiano narrato, senza clamori,
di moti, guerre e rivoluzioni,
spesso dopo alcune generazioni:
Abba, Capuzzi, Paroli e Zazio,
per l’arte poco spazio !
Declama l’Isonni ancora
del Canossi bresciano, ora.
Anche i pittori di quegli anni,
non citati eccetto l’ Inganni,
ci mostrano - disse Mazzini-
dove una Nazione spinge
vedendo cosa dipinge :
con queste parole di parte
è intervenuto Maurizio Bernardelli
-rinomato critico d’arte-
parlandoci di Matisse e pennelli.
E’ mancato il prezioso contributo
di mons. Fappani, imboscato
nella penultima fila, quella dei Beati
prima del termine eclissati.
Poltrito ha l’Arturo Bettoni
vicepresidente di circoscrizioni :
è arrivato un po’ in ritardo
e ha moderato con riguardo
specialmente il monsignore,
parevan don Camillo e Peppone.
Belli i discorsi
forbite le citazioni
ma siamo rimasti ignoranti
su quanti erano questi Santi ?
-chiederemo in Vescovado-
Quali erano gli Scrittori ?
-passeremo alla Queriniana-
Quanti Pittori oltre l’Inganni ?
-faremo un salto in Castello-
Ai relatori, all’attore,
al trombettiere e al moderatore
un grazie sentito,
ma ancor più dovuto
a Virginio Cattaneo
accordata anima bresciana :
a lui è dedicato
questo acrostico di commiato.
“Virgulto forestiero
Inserito sul Cidneo,
Rilievi plastici dal vero,
Ginnasta provetto
Insegnante di fioretto,
Note strumenti e documenti
Intesse con ricerca magistrale
Ostentandoli al Museo Musicale”
Mostra al Museo Musicale del maestro Virginio Cattaneo: 150° Celebrando dalle X Giornate di Brescia all'Unità d'Italia ed oltre
Nel pomeriggio inoltrato
a Brescia mi sono recato :
un saluto a Pietro, della Fenice,
che vende libri, si dice,
e, poi, dopo un gelato
preso in Tebaldo Brusato,
giungo dal Cattaneo Virginio,
professore e maestro esimio.
Sono leggermente in anticipo
nella sede del museo civico
al n° trentaquattro di via Trieste,
per ora solo facce meste,
ma presto arriverà gente
per l’inaugurazione della presente
mostra dal titolo 150° celebrando
allestita dal Virginio prendendo
un po’ di qui e un po’ di là
documenti, oggetti e trallallà,
che testimoniano come Brèsa
pur con l’unità l’ è sèmper la stèsa:
bèla, bràa e schiada
nel stiàl spaiàt encastràda.
Alle diciottoequindici quasi in punto
il Cattaneo senza disappunto
taglia tosto il nastro tricolore
della mostra generata dal cuore.
E presenta i suoi gioielli :
inni, canti e libelli
passaporti, quaderni e figurine
documenti, ventagli e bandierine.
Alessandro da una strombazzata
con una tromba originale,
che non ce n’è una uguale,
dal comitato bresciano regalata;
s’è involato l’attore Isonni
forse reduce da notti insonni
che ci ha negato le declamazioni
di odi, endecasillabi e sermoni.
La bella Simona Bordonali,
Presidente dei Consigli Comunali,
ci mostra i suoi bei denti
che son sempre sorridenti;
tesse lodi al Cattaneo :
non gli trova nessun neo
oltre al fatto d’esser nato
nel bel millennio passato.
Tocca, poi, all’ Arturo Bettoni
vicepresidente delle circoscrizioni,
mente pensante del museo musicale,
che fa una presentazione originale.
Ci racconta di tamburini,
tubercolotici e garibaldini,
di moti, brecce e X Giornate,
di Messe prima delle barricate:
“Viva Pio IX e viva l’ Italia,
orsù andiamo a fargli la balia !”.
Ci legge come di Anita, gli ombrelli,
uno nero e l’altro avorio –due gioielli-
alle porte di Brescia siano arrivati,
come regalo di nozze, donati.
Virginio ci rivela quando a Sorrento,,
da Roma per riposare un momento,
il bresciano Zanardelli arrivò
ma già dopo due giorni s’annoiò :
allora l’albergatore preoccupato
ne parlò ai De Curtis che d’un fiato
e prima che il sole fosse sortito …
“Torna a Surriento” era finito,
dedicata si alla terra, amata,
nel 1902 un po’ disastrata,
ma per invogliare il politico
a regalare un postale ufficio.
Tagliato il nastro, chiusi i sermoni
-mancò solo quello del Fappani-
ci si aspettava il giusto rinfresco,
visto il torrido caldo incombente
che faceva ansimare tutta la gente:
stretti i cordoni di S.Francesco.
Alle autorità un saluto
poi alle diciannove in punto
verso casa mi porto,
stasera pizza d’asporto.
E’ stata una serata speciale
una mostra un po’ originale
per l’Italia dalla Brescianità
i contributi all’ Unità .
giovedì 5 maggio 2011
Ginnastica dolce nel 1° corso tenuto da Giuseppe Belleri al centro Don Calabria di Brescia diretto da don Mazzi
Ginnastica Dolce a Concesio fin dai primi anni ' 80
Se qualche curioso si appostasse nei pressi del Municipio o delle Poste noterebbe un via vai insolito il Martedì e Venerdì mattina: alcune decine di signore, seguite ora anche da rari uomini, entrare senza tanto pudore nel Pala 53 dalla porta riservata “agli atleti”, indossando il pigiama con le scritte e le scarpe di gomma. E se questi curiosi volessero conoscere quale strano sport pratichino queste signore, che hanno già superato brillantemente più o meno alcuni “anta” ma che dimostrano ancora una forma smagliante, non avrebbero che da entrare per vedere e magari fermarsi per una lezione di prova. E vedrebbero all’opera le ragazze del Pala 53, che non volendo, anche per motivi etici e religiosi, far violenza neppure al loro corpo, hanno scelto di praticare, e lo fanno già da parecchi anni, la Ginnastica Dolce. Abituate da sempre ad usare anche in casa - sono tutte provette casalinghe- le maniere gentili, sanno per esperienza che si ottiene molto di più con la dolcezza e quindi anche per il loro corpo hanno scelto il Movimento Dolce. Accanto agli esercizi per il collo e le altre dolenti articolazioni, alla tonificazione di addominali pettorali e glutei, al rilassamento dei dorsali e dei vari agenti stressanti, ad una sempre più consapevole respirazione, prediligono anche esercizi e giochi con la palla. Il loro gioco preferito è la pallagirodolce che si gioca stando in cerchio; in occasione dell’assaggio finale, prima delle vacanze estive, potrebbero mostrarne al pubblico una variante(con le torte al posto delle palle, e il gioco allora consisterebbe nel non prendere il bombolone in faccia). Le ragazze si sono anche date un nome : Cuori Uniti e molto presto anche un inno da cantare sulle rime a loro dedicate.
martedì 26 aprile 2011
Rimpatriata degli allievi dell'Isef Brescia '81
Rimpatriata Isef ‘81
C’eravamo felicemente lasciati
nel lontano 1981, laureati
quasi tutti, prima o poi
eccetto due o tre, affari suoi,
ma dopo trent’anni
è sorto il pensiero
al Belleri, ad onor del vero ,
di fare una rimpatriata
per rivederci e riabbracciarci
in una serata
per conviviare e raccontarci
gli anni passati
all’ Isef di Brescia,
che dolce nostalgia.
Il luogo dell’incontro
è alla Cà Noa di via Branzè
per Cesare Beltrami che c’è
ancora oggi come allor
profe di Iseffini di valor.
C’è pure Slompo Piergiorgio
che mostra gli anni con orgoglio:
buon economo s’è risparmiato;
c’è il primario Bruno Salerni
che dispensò molti inferni
ma ora sinceramente prostrato
-chiede umilmente perdono -
è stato insignito del tapiro dorato;
Roberto Ferrari, un giovinetto,
che ci insegnò il bel fioretto ;
Carlo Valtorta ci allenò tosto
a tirare palloni nel cesto ;
Guido Piccioni -che fatica-
con la sua cinesiologia ostica;
Assente l’atletico Costa Erardo
che correva come un dardo ;
Anche se i suoi sforzi furono Nulli
con alcuni suoi alunni
ci sarebbe stato se non partiva
il nostro prof di correttiva ;
ha invece perso la staffetta
il caro e stimato prof. Motta;
Guglielmo Bonzi s’è scusato
essendo impegnato a fare il giurato.
Buona e bella ultima
ma solo per giusta stima
la Maria Grazia Migliorati
dai ritmi inesplorati.
Simone Lottici, lesto,
ci ha salutati presto :
come allenatore del Treviglio
Basket doveva sul giaciglio
coricarsi, per rimanere in gara.
Le allieve si presentarono in rara
forma ed ecco l’appello :
Bresciani Marisa, Fiorini Paola,
Roberti Renata, Trainini Ottavia,
Zanotto Lorella ,
che è rimasta sempre bella.
I maschi ancora prestanti
erano invece più tanti :
Bazzani Marco, Belleri Giuseppe,
Calvi Livio, Ferrari G.Carlo,
Frassoni Gilberto, Lamera Enzo,
Lottici Simone, Maggiolo Luigi
Menolfi Mauro, Migliorati Ettore,
Peli Sandro, Perini Luciano,
Romele Gian Piero, Tosana Giovanni,
Vacchelli Marco, Zanoni Claudio .
In piedi più di un’ora
abbiamo parlato di allora
aspettando gli arrivi
degli amici ancora vivi
nei ricordi ed emozioni
legati a quelle lezioni
di sport e di vita
della classe riunita
anche dopo tanti anni.
Un breve rinfresco
visto il tempo ancora fresco
poi nella saletta riservata
per una pizza-spaghettata
innaffiata da libagioni
aneddoti e canzoni.
Non è mancata la torta
di frutta crostata
con dedica appropriata :
“30° Isef Brescia ‘81”.
Pareva il tempo fermato
a quegli anni ritornato,
eravamo gli stessi per lo più
meno capelli, qualche ruga in più.
E’ stato bello esserci frequentati,
allora, e di nuovo ritrovati.
Il primo ad involarsi fu Piccioni
seguito dal Zanoni
poi via via tutti gli altri,
ma con un desiderio nel cuore
di rivederci, ogni tanto,
per rivivere il calore
dell’ Isef non soltanto.
La bella rimpatriata
purtroppo è terminata :
un pensiero a casa e agli amici
che nel cuor sono unici !
Brescia 16 aprile 2011
Giuseppe Belleri
lunedì 7 marzo 2011
Il Carnevale di Concesio 2011
A Concesio è Carnevale
come in tutto lo Stivale
lesti accorrono i cittadini
mamme e nonne coi bambini
con vestiti stravaganti
coriandoli e stelle filanti ,
alcuni col viso mascherato
quasi tutti col capo sfrondato
da pensieri e preoccupazioni :
oggi sono tutti più buoni
perfino i Carabinieri
che ti salutano sinceri ,
non parliamo dei poliziotti
anche loro ghiotti
di chiacchere e frittelle
offerte dalle buone zitelle
dei vari Oratori ;
sono rari tesori .
Alla Norina la bici lasciata
attendo la sfilata
dei carri mascherati
da un folto pubblico ammirati .
Ci sono i Puffi della Pieve
che con un’atmosfera lieve
riempiono di allegria
la piazza ed ogni via .
Sant’Andrea offre a tutti
cattivi e buoni, belli e brutti
una pizza tricolore
che delizia pure il cuore .
La Stocchetta è augurante
all’Italia per il 150 esimo
con etnie che son tante
di non ricevere biasimo .
Sbarcano con “Versus” gli alieni
accolti dai ragazzi “del Ponte”
che offerti dei fiori terreni
ricevono un bacio in fronte .
Costorio dipinta di Giallo
ci regala note da sballo
col paese dei Simpson è gemellata
che balletti e che sfilata !
San Vigilio chiude il giro
con l’orologio della Vita
ogni età vedo e ammiro
c’è perfino la zia Rita .
Ci sono due bande comunali :
quella dei musici nostrani
e pure quella del paese “Casto” ,
che “Corpo tosto !”.
Per tutti bevande e frittelle ,
per i soli bambini
colorati palloncini
e tante, tante caramelle
a piene mani regalate
dalle autorità sul palco assiepate
per dare premi e riconoscimenti
ad amici e conoscenti .
Quanta gente convenuta
un po’ nota e sconosciuta
vecchi amici e parenti stretti
almeno oggi fuori dai letti .
Il tempo è stato clemente
ha permesso a tutta la gente
di trascorrere serena
una giornata ben piena ,
non ha guastato il lavoro
di tante mani d’oro
che per mesi e mesi
gli impegni si son presi
di creare la sfilata
al carnevale dedicata .
Incontro il Sindaco di Consés
e diventiamo amici Fés …
anche Domenica, la mia gemella
che porta poco la gonnella .
E poi, lentamente ,
comincia a sfollare la gente ,
le strade hanno perso il decoro
agli spazzini un duro lavoro ;
ci vorrà una sana sgobbata
per dare una bella lustrata :
in premio un ritiro religioso
alla montana casa di riposo .
Un salto da Fausto, il gelataio ,
sembra di entrare in un pollaio
tanto è pieno di clienti
che aspettano pazienti
di essere gentilmente serviti
con gelati, creme e canditi ;
la vista fa ritornare bambini
che leccano i cucchiaini .
Dall’amica Norina ritorno ,
è con la vicina Lucia, attorno
al tavolo a giocare a carte ,
anche per quello ci vuole arte ;
non so chi stia vincendo
e la saluto contento .
Rivedo il parroco don Domenico
vestito con un grembiulino simpatico ,
oggi i vespri ha saltato ,
ma non penso sia peccato ;
è contento perché in paese
nascono bimbi ogni mese
che in salute Dio benedice ,
merito della siura Elvira, la levatrice ?
Ecco trascorso bene o male
un bel pomeriggio di carnevale :
un grazie a chi ha preparato
al parroco e al curato
al sindaco e agli assessori
agli autisti dei trattori
a tutte le frazioni
ai bimbi e ai nonni
ai residenti e ai forestieri
a volontari e carabinieri
agli sponsor dell’evento .
E tutti col cuor contento
ci diamo l’appuntamento
per il prossimo anno,
ma liberi dall’ affanno .
Giuseppe Belleri 6-3-2011
domenica 27 febbraio 2011
La comar Elvira
sabato 27 novembre 2010
Imparare il metodo Buteyko per salvaguardare il sistema cardiovascolare, nervoso e respiratorio (Asma e Iperventilazione)
DOMENICA
SEMINARIO sul
l metodo è stato sviluppato dallo scienziato ucraino Buteyko fin dal 1952 ed ha lo scopo di
ripristinare una ottimale respirazione. In poche ore se ne apprendono le basi ed i semplici
e facili esercizi-accorgimenti per riappropriarsi di una migliore e naturale respirazione.
Tutto l’organismo ne beneficerà iniziando dal sistema cardiovascolare, poi da quello
nervoso, respiratorio ecc.
Fin dal primo giorno si possono ottenere cambiamenti sbalorditivi. E’ senza dubbio il
migliore metodo per l’asma ( 2 persone su tre possono guarire).
* Belleri Giuseppe fa’ parte del primo gruppo di istruttori italiani
formati da Rosa Maria Chicco (attuale ambasciatrice italiana in Estonia).
IL SEMINARIO SI TERRA’ PRESSO
AGRITURISMO
CASCINA
VALSORDA
VIA VALSORDA N.74
SAN VIGILIO DI CONCESIO (BS)
( con una pausa di un’ora e mezza per uno spuntino)
Possibilità di pernottamento presso l’Agriturismo
Per informazioni e prenotazioni contattare :
Agr.Cascina Valsorda : tel. 030/2180723 sito web : http://www.cascinavalsorda.com/
Cel.334/8326855 e-mail : info@cascinavalsorda.com
Belleri Giuseppe : Cel.347/0595940 e-mail : piunica@libero.it Associazione “Unica”
Per ulteriori informazioni sul metodo visitate il sito: http://www.buteyko.it/
venerdì 5 novembre 2010
Santa Lucia
Si dice che il n° 13 porti male e sicuramente Santa Lucia non ne porta più, di regali, al mio caro amico Angelo che è nato qualche lustro fa proprio in quel giorno. Ma come è sorto il pensiero di scrivere una letterina a quella Santa pregandola di portare i doni desiderati ai bimbi buoni? Lucia venne decapitata a Siracusa il 13 dicembre 304 perché non volle venir meno alla sua fede cristiana(come avvenne anche per i due santi patroni di Brescia Faustino e Giovita); durante la carestia del 1646 fu esposto il suo simulacro nella cattedrale di Siracusa e il 13 maggio appena una colomba si posò sul soglio episcopale apparve nel porto un bastimento carico di cereali. Probabilmente da questo fatto si iniziò a considerarla oltre che apportatrice di luce ( è protettrice degli occhi, patrona di oculisti, elettricisti e scalpellini)anche dispensatrice di doni. Ricorda un po’ la celidonia, un erba dal fiore giallo, utile per la vista. S. Lucia nelle 3 cantiche della Divina Commedia diventa il simbolo della grazia illuminante. Quando Dante è sperduto nella selva oscura dell’Inferno Maria invia la martire che “li occhi lucenti lacrimando volse” verso Beatrice, dicendole: “ché non soccorri quei che t’amò tanto, ch’uscì per te de la volgare schiera?” E’ ancora Lucia che accompagna il poeta alla porta del Purgatorio: “qui ti posò ma pria mi dimostraro li occhi suoi belli quella intrata aperta”. Infine il vate, al termine del viaggio ultraterreno, nel Paradiso, la rivede nel primo cerchio dell’Empireo accanto a S.Anna e a S.Giovanni Battista nel trionfo della Chiesa :”di contr’ a Pietro vedi sedere Anna, tanto contenta di mirar sua figlia che non move occhio per cantare osanna. E contro al maggior padre di famiglia siede Lucia, che mosse la tua donna, quando chinavi ,a ruinar, le ciglia”. Fin dagli anni trenta nelle provincie di Brescia, Bergamo e Verona in particolare –ma anche in altre dell’Italia settentrionale- la notte fra il 12 e il 13 dicembre è la più lunga che ci sia: i bimbi piccoli, appena sentono il campanellino, suonato dai più grandicelli, vanno a letto presto perché la Santa, se li vedesse svegli getterebbe della cenere nei loro occhi. Fuori dalla porta di casa si pone della biada per Lüs, il suo asinello, mentre sul tavolo si mettono aranci, biscotti e pane per Lucia e il suo cocchiere Castaldo. Al mattino i piccoli sono i primi ad alzarsi per vedere quali regali sono stati portati, insieme a caramelle e monete di cioccolato; alcune volte i doni più pesanti vengono lasciati da Santa Lucia, che non è più in forma come un tempo, presso nonni e zii. Mentre la Santa potrà reggere ancora per alcuni decenni la concorrenza dei vari supermercati e degli altri soggetti benefici, il suo cocchiere è già andato in pensione e l’asinello sta cercando gli eredi, a cui lasciare le redini, in quel di Valsorda. Nel frattempo, anche per alleggerire il loro lavoro, è stata avanzata una proposta. Ai fanciulli fino ai 6 anni continuerà a portare i doni Santa Lucia, che è ancora la più economica sul mercato, con sponsor unico il Governo Italiano; la Befana prenderà l’appalto delle case di riposo e sarà sovvenzionata dai Deputati e dai Senatori, che sono più o meno coetanei; Babbo Natale e Gesù Bambino porteranno i regali agli orfani e ai vedovi e saranno sostenuti dal Vaticano; a tutti gli altri Italiani che ne facessero richiesta ci potrebbe pensare San Lotto, che avrebbe l’opportunità di ridistribuire i denari ricevuti anche per perorare la sua causa di beatificazione, e poter finalmente essere menzionato sui calendari. Così la nostra bella Italia sarebbe oltre che un paese di poeti, naviganti –sui mari e su internet- anche di nuovi Santi.
Giuseppe Belleri 31 ottobre 2010
domenica 31 ottobre 2010
Santa Lucia
Santa Lucia
Si dice che il n° 13 porti male e sicuramente Santa Lucia non ne porta più, di regali, al mio caro amico Angelo che è nato qualche lustro fa proprio in quel giorno. Ma come è sorto il pensiero di scrivere una letterina a quella Santa pregandola di portare i doni desiderati ai bimbi buoni? Lucia venne decapitata a Siracusa il 13 dicembre 304 perché non volle venir meno alla sua fede cristiana(come avvenne anche per i due santi patroni di Brescia Faustino e Giovita); durante la carestia del 1646 fu esposto il suo simulacro nella cattedrale di Siracusa e il 13 maggio appena una colomba si posò sul soglio episcopale apparve nel porto un bastimento carico di cereali. Probabilmente da questo fatto si iniziò a considerarla oltre che apportatrice di luce ( è protettrice degli occhi, patrona degli oculisti, degli elettricisti e degli scalpellini)anche dispensatrice di doni. Ricorda un po’ la celidonia, un erba dal fiore giallo utile anche per la vista . Fin dagli anni trenta nelle provincie di Brescia, Bergamo e Verona in particolare –ma anche in altre dell’Italia settentrionale- la notte fra il 12 e il 13 dicembre è la più lunga che ci sia: i bimbi piccoli, appena sentono il campanellino, suonato dai più grandicelli, vanno a letto presto perché la Santa, se li vedesse svegli getterebbe della cenere nei loro occhi. Fuori dalla porta di casa si lascia della biada per Lüs, il suo asinello, mentre sul tavolo aranci, biscotti e pane per Lucia e il suo cocchiere Castaldo. Al mattino i piccoli sono i primi ad alzarsi per vedere quali regali sono stati portati, insieme a caramelle e monete di cioccolato; alcune volte i doni più pesanti vengono lasciati da Santa Lucia, che non è più in forma come un tempo, presso nonni e zii. Mentre la Santa potrà reggere ancora per alcuni decenni la concorrenza dei vari supermercati e degli altri soggetti benefici, il suo cocchiere è già andato in pensione e l’asinello sta cercando gli eredi, a cui lasciare le redini, in quel di Valsorda. Nel frattempo, anche per alleggerire il loro lavoro, è stata avanzata una proposta. Ai fanciulli fino ai 6 anni continuerà a portare i doni Santa Lucia, che è ancora la più economica sul mercato, con sponsor unico il Governo Italiano; la Befana prenderà l’appalto delle case di riposo e sarà sovvenzionata dai Deputati e dai Senatori, che sono più o meno coetanei; Babbo Natale e Gesù Bambino porteranno i regali agli orfani e ai vedovi e saranno sostenuti dal Vaticano; a tutti gli altri Italiani che ne facessero richiesta ci potrebbe pensare San Lotto, che avrebbe l’opportunità di ridistribuire i denari ricevuti anche per perorare la sua causa di beatificazione, e poter finalmente essere menzionato sui calendari. Così la nostra bella Italia sarebbe oltre che un paese di poeti, naviganti –sui mari e su internet- anche di nuovi Santi.
Giuseppe Belleri 31 ottobre 2010
Santa Lucia
Santa Lucia
Si dice che il n° 13 porti male e sicuramente Santa Lucia non ne porta più, di regali, al mio caro amico Angelo che è nato qualche lustro fa proprio in quel giorno. Ma come è sorto il pensiero di scrivere una letterina a quella Santa pregandola di portare i doni desiderati ai bimbi buoni? Lucia venne decapitata a Siracusa il 13 dicembre 304 perché non volle venir meno alla sua fede cristiana(come avvenne anche per i due santi patroni di Brescia Faustino e Giovita); durante la carestia del 1646 fu esposto il suo simulacro nella cattedrale di Siracusa e il 13 maggio appena una colomba si posò sul soglio episcopale apparve nel porto un bastimento carico di cereali. Probabilmente da questo fatto si iniziò a considerarla oltre che apportatrice di luce ( è protettrice degli occhi, patrona degli oculisti, degli elettricisti e degli scalpellini)anche dispensatrice di doni. Ricorda un po’ la celidonia, un erba dal fiore giallo utile anche per la vista . Fin dagli anni trenta nelle provincie di Brescia, Bergamo e Verona in particolare –ma anche in altre dell’Italia settentrionale- la notte fra il 12 e il 13 dicembre è la più lunga che ci sia: i bimbi piccoli, appena sentono il campanellino, suonato dai più grandicelli, vanno a letto presto perché la Santa, se li vedesse svegli getterebbe della cenere nei loro occhi. Fuori dalla porta di casa si lascia della biada per Lüs, il suo asinello, mentre sul tavolo aranci, biscotti e pane per Lucia e il suo cocchiere Castaldo. Al mattino i piccoli sono i primi ad alzarsi per vedere quali regali sono stati portati, insieme a caramelle e monete di cioccolato; alcune volte i doni più pesanti vengono lasciati da Santa Lucia, che non è più in forma come un tempo, presso nonni e zii. Mentre la Santa potrà reggere ancora per alcuni decenni la concorrenza dei vari supermercati e degli altri soggetti benefici, il suo cocchiere è già andato in pensione e l’asinello sta cercando gli eredi, a cui lasciare le redini, in quel di Valsorda. Nel frattempo, anche per alleggerire il loro lavoro, è stata avanzata una proposta. Ai fanciulli fino ai 6 anni continuerà a portare i doni Santa Lucia, che è ancora la più economica sul mercato, con sponsor unico il Governo Italiano; la Befana prenderà l’appalto delle case di riposo e sarà sovvenzionata dai Deputati e dai Senatori, che sono più o meno coetanei; Babbo Natale e Gesù Bambino porteranno i regali agli orfani e ai vedovi e saranno sostenuti dal Vaticano; a tutti gli altri Italiani che ne facessero richiesta ci potrebbe pensare San Lotto, che avrebbe l’opportunità di ridistribuire i denari ricevuti anche per perorare la sua causa di beatificazione, e poter finalmente essere menzionato sui calendari. Così la nostra bella Italia sarebbe oltre che un paese di poeti, naviganti –sui mari e su internet- anche di nuovi Santi.
Giuseppe Belleri 31 ottobre 2010
sabato 30 ottobre 2010
Dove sono i Santi ?
Se riconoscere un Santo, dopo che ha lasciato il corpo e il suolo terreno, è abbastanza facile –basta guardare sul calendario od attendere le grazie ed i miracoli- vederlo quando ci passa vicino è più complicato : si dovrebbe avere la vista spirituale e poterne scorgere l’aureola poiché, come dice un simpatico detto romano, la “coda rivela la volpe”. L’aureola, attributo figurativo usato nell’arte sacra, non solo cristiana, per indicare la santità di un personaggio, consiste in un alone di luce che avvolge il corpo e il nimbo è il cerchio di luce che circonda il capo. E’ solo dal IV secolo che l’aureola viene adottata nell’iconografia cristiana per designare dapprima solo Gesù, gli Angeli e la Madonna e poi anche gli Apostoli e i Santi. Nei primi tempi viene raffigurata come una sottile linea rotonda poi come una nuvola luminosa e successivamente come un disco d’oro. La comune aureola di forma circolare è riservata agli Angeli e ai Santi e se il nimbo è a raggiera allora indica un beato; in quella di Gesù è inscritta una croce, di solito rossa; Dio Padre ne ha una triangolare; l’hanno di forma quadrata coloro che non sono ancora dichiarati santi; quella di colore nero è usata per il Diavolo e per Giuda Iscariota. Mentre gli artisti medioevali l’hanno ben usata nelle loro opere, verso la fine del Quattrocento né Leonardo da Vinci nell’Ultima Cena e neppure Michelangelo negli affreschi della Cappella Sistina la mettono in evidenza: come mai ? Non sarà che l’uomo man mano che acquisisce conoscenze tecnologiche perde invece quelle capacità naturali dategli dal creatore? Un animale naturalmente libero all’occorrenza sa quale cibo od erba prendere sia per nutrirsi che per curarsi; noi umani dobbiamo andare a consultare la nonna, lo specialista, l’enciclopedia o internet. L’aura è, invece, il campo energetico che sta attorno ad ogni essere vivente e che fu fotografata per la prima volta dai coniugi Kirlian nel 1939. Sicuramente i Santi fra di loro si conoscono e si frequentano, come ogni simile frequenta il proprio simile (ne accenna anche Dante nella Divina Commedia) e vedono anche tutte le sfumature di aure fino ad arrivare alle aureole più splendenti (indice di una superlativa vitalità spirituale). E in attesa di aver la vista un po’ più chiara la prossima mattina che mi sentirò un cerchio alla testa potrò pensare, ancor prima di essermi guardato allo specchio, di aver cenato in maniera abbondante.
Giuseppe Belleri 31 ottobre 2010
Kilometrizero
Giuseppe Belleri Concesio 28 settembre 2010
I Giardini di Marzo
I Giardini di Marzo
Nella bella canzone “i giardini di marzo” Lucio Battisti, nato solo qualche anno prima di me, cantava una quarantina d’anni fa che “il carretto passava e … al 21 del mese i nostri soldi erano già finiti”. Mi prendo la licenza poetica di fare un piccolo ritocco al testo dell’insuperabile Mogol : oggi già al 31 dello stesso mese il portafoglio è di nuovo vuoto, per chi prende lo stipendio al 27. E mentre fino a pochi decenni fa il capofamiglia riusciva a mantenere 4 o 5 persone e ne avanzava anche per la dote dei figli ora se si potesse si farebbero lavorare anche i minorenni e i nonni -a trovarlo poi il lavoro! Ma come siamo giunti a questa paradossale situazione che pur lavorando e guadagnando di più la famiglia non giunge alla fine del mese se non prelevando dai risparmi o chiedendo un prestito ? E gli Stati sono i primi a vivere sui debiti -il disavanzo pubblico continua a crescere- solo che a pagare sono i cittadini. Inoltre tutto è aumentato e se un articolo costa meno dura anche meno anni ; sono cresciuti di numero anche i prodotti di largo consumo. Basterebbe mettere a confronto un “sanmartino” mostrato nel film “ l’albero degli zoccoli” di Ermanno Olmi con uno moderno: quante le cose” necessarie” con le quali riempiremmo alcuni autocarri! Per non parlare delle varie scatole con targa -e sono pochi quelli che riescono a fare a meno dell’auto personale- con le quali circoliamo per le strade come tante sardine inscatolate. Anche senza una laurea Bocconiana vediamo che i soldi volano dove ci sono altri soldi : i ricchi aumentano le loro entrate e pure i poveri aumentano, ma di numero. Entrambi sono infelici: il ricco forse un po’ meno, poiché sa per esperienza che il denaro non da la felicità anche se l’aiuta, e ne vuole sempre di più ; il povero, poverino, aspetta di essere felice quando avrà qualche soldo in più e nel frattempo vive grattando e sognando i numeri buoni per il lotto-enalotto ecc; si impoverisce sempre di più arricchendo quelli che gestiscono le varie lotterie e se poi, malauguratamente dovesse vincere , sarebbe costretto , finalmente, ad essere felice nuotando come Paperon de’ Paperoni nei “soldi degli altri”. Si farebbe prima se ognuno si sudasse il denaro necessario , ma ora vediamo –dice infatti il proverbio “soldo risparmiato soldo guadagnato”- come giungerci e bene al termine della nostra lunga e felice vita, secondo gli anni spettanti . Un piccolo accenno sulle misure che potrebbero adottare gli enti pubblici : quante persone, automezzi e risorse sono in esubero nella gestione della “res publica”? Sarebbe preferibile, come consiglia anche San Paolo, non sposarsi, ma almeno accontentarsi di un solo matrimonio sperando che non sia un “malaffare”.
Sul numero di figli massima libertà anche se da nessuna parte si trova scritto quale sarebbe il numero ideale (la Madonna ne ebbe solo uno). La casa sceglierla piccola, semplice e parca nei costi come si usava un tempo e magari con alcune parti in comune, come nei conventi e negli ecovillaggi. L’automobile sobria e versatile da usare fino all’ultimo giro motore come dice la canzone “fin che l’auto va lasciala andare ”e da condividere con altre famiglie. Rimettere in sesto la bici del nonno – quella classica con i freni a bacchetta che non va mai fuori moda- o assemblarne una a scatto fisso ed usarle sempre di più almeno nei brevi percorsi . Non seguire come pecoroni la moda ma, invece, precederla. Mangiare di meno -masticando di più- ed una volta di meno al giorno. Stessa regola per il respiro: respirare di meno sia come frequenza che intensità e farsi ogni tanto delle salutari pause. In doccia chiudere il rubinetto mentre si passa il sapone; far schiacciare il pulsante dello sciacquone all’ultimo utilizzatore, o prima della ritirata. Bandire l’usa e getta -o avvalersene nelle emergenze - ma impiegare piatti , stoviglie, tovaglie ,tovaglioli ecc. vecchi e lustri. Non comprare gli occhiali ma libri, giornali e riviste dai grossi caratteri, specie nei titoli -molti leggono solo quelli! Volendo strafare farseli prestare dalla biblioteca comunale e dagli amici oppure leggere i quotidiani del giorno prima -tanto le notizie rimangono fresche per alcuni giorni e non occorre metterle sotto vuoto. A tutti fa piacere ricevere un bel regalo, meglio se inaspettato, utile ed originale, ma poiché è più bello dare che ricevere basterebbe farsi e fare dei “bei pensieri”, preferibilmente rimati. E per terminare in bellezza vivere con cuore sereno e contento, mangiando una mela al giorno … che toglie il male di torno.
A questo punto ci può stare una poesia di Madre Teresa sulla Vita:
La vita è un’opportunità, coglila
La vita è bellezza, ammirala
La vita è beatitudine, assaporala
La vita è un sogno, fanne una realtà
La vita è una sfida, affrontala
La vita è un dovere, compilo
La vita è un gioco, giocalo
La vita è preziosa, abbine cura
La vita è ricchezza, conservala
La vita è amore, godine
La vita è un mistero, scoprilo
La vita è promessa, adempila
La vita è tristezza, superala
La vita è un inno, cantalo
La vita è una lotta, accettala
La vita è un’ avventura, rischiala
La vita è felicità, meritala
La vita è la vita, difendila
ed aggiungo …
La vita è una realtà, ogni giorno costruiscila
La vita è una poesia, condividila
La vita è troppo vuota ? Riempila !
La vita è troppo piena ? Regalala !
La Vita ti amerà se l’amerai in te !
Giuseppe Belleri 25 ottobre 2010
Sportiamoci
Riprendiamoci lo Sport
Quando ero piccolo ,sono nato poco dopo l’ultimo conflitto mondiale e mi si vede nella foto in basso a sinistra, lo sport si faceva ancora “per sport”. C’era il lavoro normale, nei campi o in fabbrica, ed erano in pochi quelli che si dedicavano ad attività sportive che erano invece praticate da nobili, aristocratici e militari magari per vincere una medaglia alle olimpiadi. Qualche anno fa ho avuto come vicino di ombrellone, su una spiaggia ligure, un generale ormai in pensione che aveva combattuto nella campagna d’Africa. Mi raccontò di aver partecipato alle universiadi in varie specialità poiché al tempo dei suoi studi universitari gli atleti scarseggiavano. Lo sport era praticato da una élite perché era considerato un lusso, una perdita di tempo e dava da vivere solo a pochi. Solo più tardi sia per il pubblico pagante che per gli sponsor lo sportivo vi si è dedicato professionalmente fino a farlo diventare un lavoro, ed attorno sono poi fiorite le varie attività collegate (negozi, giornali, stadi, palestre,allenatori, manifestazioni ecc.). Negli anni ’70, quando frequentavo l’ Isef la tuta e le scarpe da ginnastica erano poco diffuse e per strada le portavamo solo noi insegnanti; ora invece è il contrario, le indossano tutti pensando che basti l’abbigliamento per rimettersi in forma. Mi ricordo che agli inizi degli anni ’80, quando promossi i primi corsi comunali di ginnastica dolce dedicati a mamme e nonne, le allieve venivano in palestra nascondendo nella borsa della spesa l’abbigliamento sportivo; c’era un po’ di pudore ad indossare di giorno e per strada il “pigiama con le scritte” e le “scarpe di gomma” poiché il pensiero corrente era che andare in palestra toglieva tempo al lavoro ed era un’attività da buontempone. Ed oggi , che da più parti ci viene consigliato di muoverci di più e di frequentare una buona palestra, vorrei mettere in guardia dai pericoli dell’attività fisica ,specie dello sport, e mi spiego. Se bastasse muoversi per sentirsi meglio allora più lo si fa e più si dovrebbe essere in forma ; invece lo sportivo, specie quello della domenica, se non sta attento a come respira, all’intensità-ritmo-durata del movimento, rischia in traumi e in salute più della “sedentaria casalinga”, che ferma non sta a dire il vero nell’accudire alle faccende domestiche. E probabilmente l’indice di salute più importante è l’ HRV (Heart Rate Variability ossia la variabilità della frequenza del battito. Sono già parecchi gli atleti che subiscono gravi danni o muoiono dopo una intensità attività sportiva. Pare, a stare almeno alle voci che circolano, che molti assumano delle sostanze per aiutare le prestazioni, perfino per fare bella figura nella partitella con i colleghi di lavoro. E qui noto, tra l’altro, una grossa incongruenza: alla persona normale, all’artista e al politico è concesso “tirarsi su ”con qualche pillola mentre all’atleta è vietato , lo vogliamo “al naturale”; ma l’allenamento a cui si sottopone non è già una forma di sofisticazione? Allora cerchiamo lumi nella storia: nell’antichità non c’era lo sportivo professionista e in caso di gara o disfida venivano chiamati i campioni delle varie città che magari erano in altre faccende affaccendati –vedi Achille interpretato da Brad Pitt nel film Troy. Ora, invece, lo sport è diventato un lavoro e l’atleta ci vive, spesso anche bene, ed ogni giorno si allena per la vittoria ; se, poi, gli si propone qualche aiuto per aumentare le prestazioni ed i guadagni non è raro che accetti. E veniamo alla domanda conclusiva, ossia a chi e a cosa serva lo sport, quello praticato gareggiando con se stessi o con altri, magari con campionati e gare a vari livelli. Per chi lo pratica può essere fonte di notevole stress, specie in chi subisce la sconfitta, e non placa la voglia di primeggiare (poiché alla gara seguente si vuole ancora vincere); in molti sport si è perso per strada il “piacere di mettersi in gioco” e si guarda solo al risultato finale; altre volte lo si fa per la medaglia (si farebbe prima ad andare in un negozio a comprarne qualche dozzina).E chi fa da spettatore? Spesso guarda un evento aspettandosi la vittoria del proprio campione ed immedesimandosi in esso e se il suo idolo esce dalla competizione o subisce la sconfitta decade l’interesse per la manifestazione e torna a casa pure lui “sconfitto”. Si potrebbe imparare dagli scrittori e poeti : all’inizio partecipano a qualche concorso ma, poi, dopo alcune vittorie lasciano spazio ai giovani e loro vanno a sedere al tavolo della giuria; lo sportivo invece vorrebbe vincere sempre e per tutta la vita (tipico l’esempio di Merckx , Schumacher o Valentino Rossi) . E allora quali cose tenere presente se si vuole fare del salutare movimento senza mordersi la coda come fa quel gatto nella canzone di Giorgio Gaber? Se osserviamo i bambini piccoli in ambiente naturale la prima cosa che fanno spontaneamente, quando, dopo aver ben gattonato, riescono a camminare, è di arrampicarsi alla prima pianta che trovano –se non c’è la mamma o la nonna ad impedirglielo; la seconda è di giocare con la palla (non scordiamo che in natura se guardiamo in un microscopio molecolare o in un telescopio vediamo tante sfere che girano e non si vede l’arbitro!); la maggior parte del tempo rimangono fermi, appesi o seduti a giocare-parlare ed ogni tanto si muovono per brevi tratti. Solo più tardi vogliono emulare i giochi dei grandi nei quali vigono delle regole e ci sono dei vincitori. Se lo sport si limitasse al piacere del gioco e pur “contando i punti” si giocasse perché alla fine, dimentichi del risultato, rimanesse solo il piacere di aver contribuito ad un piacevole movimento collettivo, apprezzato anche dal pubblico, avrebbe molti più seguaci. Meglio ancora se si facessero giochi in cui alla fine non c’è un vincitore e se, poi, togliessimo la panchina, perché giocano tutti anche le schiappe, l’allenatore, l’arbitro, lo sponsor, i campionati, le trasferte, l’ingaggio … rimarrebbe lo Sport allo stato puro come quello che si faceva nel cortile di casa: nascondino, libera ferma, biglie, cimberlina, saltamoleta, figurine, guardia e ladri, piàte, tutolo, palla al muro, palla bollata ecc. In quest’ ottica i veri sportivi sono i bambini ma anche i “casalinghi”; sono anche convinto che in una singolar tenzone, magari una gara ciclistica, parecchi casalinghi darebbero alcune ruote di distacco a molti professionisti. “Signor generale da un’occhiata al castello di sabbia mentre vado a fare una nuotata?” chiesi un mattino al mio vicino di ombrellone; al mio ritorno non trovai né il castello, raso al suolo da una banda di vicini-bambini-invidiosi, né il generale, era in ritirata ma per la vergogna: vatti a fidare del “generale sportivo” ! Giuseppe Belleri Concesio 28 ottobre 2010
mercoledì 13 ottobre 2010
Campionesse mondiali di Palladolcevolo
Sono certamente in pochi ad essere al corrente che in Val Trompia ci sono le campionesse mondiali di Palladolcevolo. Sono un gruppo di signore ,quasi tutte nonne e in età da pensione, che da parecchi anni si dilettano a Palladolcevolo. Giocano con una palla leggera anche per salvaguardare dita, occhiali e dentiere; la rete è più bassa; se si vuole si può lasciar fare un rimbalzo; l’istruttore gioca e si diverte insieme a loro e da solo rari consigli; non c’è un campionato essendo ,per ora, uniche; non c’è panchina ma tutte giocano , magari facendo i turni; non c’è un arbitro e in casi dubbi si rigioca il punto; sono rarissimi gli infortuni (la perpetua del parroco di un paese vicino frequenta da più di 15 anni senza incidenti, mentre l’anno scorso è ruzzolata in chiesa; da allora porta più sovente le scarpe da ginnastica). Il gioco è così amichevole che al termine non ci si ricorda neppure chi ha vinto- sarà forse per l’età commenterebbe qualche marito. E anche se un po’ stanche, dopo un’ora e mezza di palestra, appena giunte a casa cercano di celare la fugace forma cucinando di buona lena per la famiglia. L’attività oltre che piacevole ritempra anche il corpo e lo spirito: una signora, dopo aver assistito per parecchi giorni la figlia in ospedale, appena giunta a casa si è precipitata in palestra per “ricaricarsi”. In questi anni il livello del loro gioco è così cresciuto che le campionesse olimpiche della NICO (nazionale italiana calciatori olimpici) hanno espresso il desiderio di incontrarle in singolar tenzone . Per ora, vista anche la crisi economica, la cosa non si è ancora concretizzata. E per dimostrare, specie agli irriverenti famigliari delle signore, che alfine il loro è uno “Sport con tutti i crismi” l’istruttore ha organizzato, il 4 giugno 2010 un incontro con gli alunni della scuola media comunale. Le “nonne” avevano preparato delle torte, essendo ottime cuoche, da offrire poi ai ragazzi per addolcire la loro -dei ragazzi- probabile sconfitta. L’entrata in campo è stata memorabile : gli alunni, maschi e femmine, schierati in fila per stringere le mani delle campionesse seguite dal loro istruttore che, commosso al par di Mourinho, le accompagnava sulle note de “il gladiatore”. Per la cronaca le signore hanno vinto sei partite su sette. La settimana dopo al Pala 53 di Concesio ,presenti più di 300 ragazzi delle scuole medie, li convenuti per festeggiare l’ultimo giorno di scuola con una grande pallavolata, le campionesse hanno avuto l’onore di giocare la prima partita , vincendola alla grande ; è stato emozionante vederle stringere le mani, anche qualche bacio ed abbraccio sono scappati, alle ragazze dell’età dei loro figli e nipoti. E per dimostrare che chiunque e ad ogni età può giocare a questa pallavolo addolcita (già dopo 2 o 3 volte si è in grado di giocare come gli altri) si è lanciata la sfida sia alla giunta comunale di Concesio che di Villa Carcina (poiché molte signore abitano in quel comune); dai palazzi, per ora, nessuna risposta affermativa ,ma c’è chi ha visto un sindaco e alcuni consiglieri giocare a “beach volley” a Rimini : probabilmente si stanno già celatamente preparando alla disfida con le campionesse mondiali di Palladolcevolo.
Concesio agosto 2010 Giuseppe Belleri
Mentre le campionesse sono ormai conosciute non solo in Valtrompia ma si parla di loro per tutto lo stivale, dei campioni mondiali di Palladolcevolo si sa ancora poco. Giocano con una palla leggera –così si hanno meno traumi a dita, nasi, occhiali e protesi varie- la rete è più bassa, così anche i “piccoli” riescono a schiacciare e a fare il muro; ogni partita dura fino ai 15 punti , così se ne fanno di più; non si fa né il riscaldamento (anzi si spegne perfino quello della palestra, che è un po’ rumoroso)né addestramento ma si inizia subito a giocare e dopo le due ore di gioco si sente il sonno ma non la stanchezza. L’istruttore che gioca tranquillamente con loro applica un sistema originale di insegnamento: i nuovi se li tiene vicino e da loro pochi e pacati consigli sicché dopo due o tre lezioni giungono alla pari con gli altri (anche se non hanno mai giocato in precedenza). E’ sicuramente un bell’esempio di “Sport puro”: non c’è panchina ma tutti giocano, non serve lo sponsor poiché non si fanno né campionati né trasferte, l’arbitro c’è ma gioca pure lui e nei casi dubbi si rigioca il punto, ognuno usa la maglietta preferita e si fanno frequenti cambi di formazione per creare più armonia e limitare l’agonismo che c’è ma è più forte il piacere di giungere soddisfatti alla fine dicendoci :”è stata una bella e piacevole serata”. Il gioco è così amichevole che spesso non si ricordano neppure chi ha vinto. Vi sono ancora alcuni posti disponibili sia per maschi che femmine dai 15 anni in su e si gioca il mercoledì e venerdi dalle 21 alle 23 presso la palestra delle scuole elementari di Cadebosio in via Carrobbio(di fronte alla pizzeria Grillo).Per ora sono gli imbattuti campioni del mondo in questa simpatica “Palladolcevolo”,che si può giocare anche oltre i novant’anni; se qualche squadra volesse sfidarli, per poi fregiarsi del loro ambito titolo, si faccia avanti; si potrebbe chiedere all’amico Andrea Lucchetta di fare l’arbitro di questa dolce disfida.
Giuseppe Belleri Concesio 1 ottobre 2010
mercoledì 8 settembre 2010
Omaggio a Giuni Russo con una poesia in acrostico nel sesto anniversario della sua partenza
G I U N I R U S S O
Giumenta indomita dal piede peninsulare
Involavi audace e libera per le ottave ,
Ugola raffinata fra le più rare ,
Note eccelse tu ci hai regalate .
Immagino te , bimba, cullata dalla "Mamma" che
Racconti la "Vita terrena" fra le sue ancelle e
Unita a Cherubini , Troni e Serafini
Scrivi accordi celestiali , e la tua voce
Si effonde soave fino al settimo cielo
Onde , poi , ritorna ad allietare l'universo intero .
Giuseppe Belleri 9 - 2010
giovedì 26 agosto 2010
Potenziali
F I O R I di B A C H
Potenziali
AGRIMONY - Confronto
ASPEN - Coraggio
BEECH - Tolleranza e Comprensione
CENTAURY - Indipendenza
CERATO - Certezza
CHERRY PLUM - Padronanza di se
CHESTNUT BUD - Apprendimento
CHICORY - Amore materno
CLEMATIS - Felicità
CRAB APPLE - Purezza
ELM - Perseveranza
GENTIAN - Fede
GORSE - Speranza
HEATHER - Maturità
HOLLY - Amore universale
HONEYSUCKLE - Presenziarsi
HORNBEAM - Freschezza
IMPATIENS - Pazienza
LARCH - Capacità
MIMULUS - Conoscenza
MUSTARD - Serenità
OAK - Forza interiore
OLIVE - Pace
PINE - Perdonarsi
RED CHESTNUT - Distacco
ROCK ROSE - Eroismo
ROCK WATER - Flessibilità
SCLERANTHUS - Chiarezza
STAR OF BETHLEHEM - Risveglio
SWEET CHESTNUT - Liberazione
VERVAIN - Entusiasmo
VINE - Autorità
WALNUT - Costanza e Protezione
WATER VIOLET - Saggezza
WHITE CHESTNUT - Spensieratezza
WILD OAT - Vocazione
WILD ROSE - Dedizione
WILLOW - Ottimismo
Giuseppe Belleri marzo 2010
Parole chiave
i FIORI di BACH
Giuseppe Belleri - Concesio – Marzo 2010
AGRIMONY per le persone gioviali e gaie, amanti della pace e restie ai litigi che nascondono il loro tormento morale o fisico dietro il buon umore e le celie ASPEN
per le
paure vaghe sconosciute ed inspiegabili che possono ossessionare di notte e di giorno BEECH per coloro che vorrebbero vedere più bontà e bellezza in tutto ciò che li circonda; per essere più tolleranti ed indulgenti nel valutare le differenti valenze di ognuno e ogni cosa CENTAURY per le persone buone, tranquille, gentili e ansiose di servire gli altri; abusano delle loro forze e trascurano il proprio compito CERATO per quelli che non hanno sufficiente fiducia in se stessi per fare quello che hanno deciso, chiedono costantemente consiglio agli altri e ne sono spesso fuorviati CHERRY PLUM paura di avere la mente sovraffaticata, di perdere il controllo ,di fare cose terribili che vengono alla mente e che si ha l'impulso a fare pur sapendo che sono sbagliate CHESTNUT BUD per coloro che impiegano più tempo per apprendere le lezioni della vita e rifanno lo stesso errore CHICORY per coloro che desiderano avere vicino quelli che essi amano e del loro benessere sono eccessivamente preoccupati;trovano sempre qualcosa di sbagliato da rimettere a posto o rettificare CLEMATIS per i sognatori,i tranquilli,non veramente felici e poco interessati alla vita; vivono più nel futuro che nel presente e sperano in un tempo più felice quando i loro ideali potranno realizzarsi CRAB APPLE risana da quello che si ha l'impressione di avere di poco pulito, sia dentro che fuori ELM sensazione transitoria che il compito assunto sia troppo difficile GENTIAN facilità a scoraggiarsi, depressione per causa conosciuta GORSE per i casi di grande disperazione HEATHER infelici se soli , han bisogno di compagnia per parlare o pettegolare; l'attaccabottoni HOLLY gelosia, invidia, vendetta, sospetto; è il fiore dell'Amore HONEYSUCKLE per coloro che vivono nel passato che forse fu felice HORNBEAM sensazione di non essere abbastanza forti mentalmente e fisicamente IMPATIENS per coloro che sono veloci nel pensiero e nell'azione ma poco pazienti LARCH sfiducia nelle proprie possibilità di riuscita MIMULUS paura delle cose della vita quotidiana MUSTARD malinconia, disperazione e infelicità inspiegabili OAK per quelli che lottano e combattono una dura battaglia per guarire o per i loro affari quotidiani OLIVE per coloro che dopo aver molto sofferto fisicamente o moralmente sono così stanchi che considerano la vita un peso privo di piacere PINE autocritica e sensi di colpa; pensano che potevano fare di meglio e si attribuiscono anche gli errori commessi da altri RED CHESTNUT ansie, preoccupazioni e paure eccessive per gli altri ROCK ROSE terrore e panico, rimedio d'emergenza in caso di traumi, incidenti e malattie improvvise ROCK WATER concezioni salutistiche rigide e severe SCLERANTHUS per chi soffre di non sapersi decidere fra due cose e non ne parla ad altri; tranquillità, indecisione ed incertezza STAR OF BETHLEHEM per traumi fisici, mentali, emotivi e spirituali anche vecchi che rendono molto infelici e si rifiuta di essere consolati SWEET CHESTNUT angoscia estrema con mente e corpo giunti al limite estremo della sopportazione VERVAIN per chi ha principi ed idee preconcette, desiderio di convertire gli altri, eccessivo entusiasmo e coraggio; non vengono fermati da ostacoli e malattie VINE per le persone molto capaci, sicure di sé,certe di riuscire; vorrebbero che anche gli altri facessero al loro modo WALNUT per avere protezione dalle influenze esterne e dalle opinioni degli altri WATER VIOLET per le persone tranquille,parche e gentili nel parlare, molto indipendenti, capaci e fiduciose di sé che preferiscono vivere in disparte WHITE CHESTNUT quando l'interesse per il presente è scarso e si è torturati da pensieri, idee e ragionamenti che non si desiderano WILD OAT per chi ha forti ambizioni ,desiderio di compiere qualcosa di importante nella vita e di fare molte esperienze, ma non avendo una particolare vocazione non colgono la via da seguire pur tentandone tante WIL ROSE scivolano nella vita rassegnati ed apatici e non mettono nessuno sforzo per migliorare le cose e trovare qualche gioia WILLOW sono meno attivi e gioiosi nella vita avendo sofferto avversità e sfortuna per le quali non possono rassegnarsi senza alcun lamento né risentimento.